Famiglia

Contro i mercanti d’armi obiettivo 100mila firme

La mobilitazione si è fatta sentire sin dentro l’aula della Camera, ma ora bisogna insistere.

di Riccardo Bonacina

Firma dopo firma, in soli due mesi si era alzato un muro di ?no? alle modifiche alla legge 185/90. Un muro fatto di nomi e cognomi, sigle di associazioni e cooperative, parrocchie, gruppi Caritas, Comuni ed enti locali. Oltre 65mila le firme raccolte, sul nostro sito (Campagna in difesa della Legge 185) e su quello della Rete di Lilliput, e ancora sulle piazze, nelle università e nelle parrocchie. Una marea che, piano piano, s?è levata dal basso senza la sponsorizzazioni delle tv e dei media e che pure ha saputo aggregare un vastissimo e autorevole consenso a difesa di una legge che prevedeva un minimo di trasparenza sul commercio di materiali militari e di armi e che il disegno di legge 1927 snaturava e svuotava. In questa pagina trovate il resoconto dei risultati raggiunti dalla campagna promossa anche dal nostro settimanale, sul nostro sito troverete i testi comparati e l?andamento delle votazioni e del comportamento dei singoli deputati. Nel passaggio alla Camera si sono ottenuti 4 emendamenti di garanzia al ddl 1927, e 8 emendamenti alla nuova formulazione della legge 185 a difesa dello spirito e della lettera originarie della legge. Si è trattato di un buon risultato? Francamente, sì. Non ho dubbi nel sostenerlo. Senza la campagna e la vostra mobilitazione e sostegno, la ?Ratifica dell?Accordo di Farnborough? sarebbe stata null?altro che un passaggio burocratico, incosciente, scemo e avrebbe smobilitato le già fragili barriere per chi lucra vendendo e trafficando gli arnesi della morte. Così era accaduto quando in soli 8 giorni le Commissioni riunite Esteri e Difesa avevano licenziato in modo bipartisan (sic!) il disegno di legge n. 1927, e così sarebbe accaduto anche in aula. La campagna, che è riuscita a contattare molti singoli parlamentari, collegio per collegio, spiegando le ragioni del no allo snaturamento della 185, ha avuto un suo primo esito provocando piccoli terremoti politici dentro i partiti di opposizione che, da febbraio a oggi, hanno radicalmente cambiato la loro posizione in proposito. Quando mercoledì 26 giugno i deputati hanno votato sapevano che migliaia di cittadini li stavano seguendo via internet vigilando comportamenti, assenze e voti. Qualcosa abbiamo ottenuto, occorre adesso che questa pressione si faccia ancor più forte per l?appuntamento con il Senato.


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