Formazione

Contributi volontari, lo stop della Gelmini

«È una prassi lamentosa». E annuncia 10 milioni di euro

di Sara De Carli

Al Ministro Gelmini i contributi che le scuole chiedono alle famiglie non piacciono. Anzi, ha detto di più: «Sono assolutamente contraria, va evitata questa prassi un po’ lamentosa e in pochi casi giustificata. La scuola pubblica non deve costare».

È un passo dell’intervista che il ministro quasi mamma ha rilascitato a Il Messaggero. «Sicuramente c’e’ una rigidita’ nell’impostazione del bilancio, magari le scuole sono in sofferenza per le spese correnti e hanno residui attivi inutilizzati. Noi vogliamo introdurre la massima flessibilita’ nella gestione delle spese, sara’ il dirigente a decidere le priorita’. Ma con troppa leggerezza si chiedono contributi alle famiglie. Sono assolutamente contraria, va evitata questa prassi un po’ lamentosa e in pochi casi giustificata. La scuola pubblica non deve costare».

Insomma, nemmeno le ristrettezze economiche sono un buon motivo, per il Ministro. Che ha addirittura messo in campo «una task force del Ministero» per occuparsi del problema. «Sicuramente per il prossimo anno dovremo stanziare risorse per le spese ordinarie, una cifra da quantificare, saremo nell’ordine dei 10 milioni di euro. Viene pero’ da chiedersi come mai a fronte di risorse limitate per tutti, solo alcune scuole chiedono il contributo volontario alle famiglie. Qui entra in gioco la capacita’ gestionale dei dirigenti», sottolinea.

Eppure è stata proprio la Gelmini, con una nota del 22 dicembre 2009 e relativa al piano dell’offerta formativa per il 2010, ad aver cancellato la finalizzazione dei contributi volontari all’ampliamento dell’offerta formativa, permettendo di utilizzare tale quota anche per pagare la carta igienica e la tinteggiatura delle pareti. È un fatto, come documenta costantemente il sito dell’Associazione nazionale famiglie numerose, che la tassa cresce a vista d’occhio poiché «le scuole lamentano carenza di fondi e tentano di sopperire scaricando anche sulle famiglie. Ma non esiste una direttiva ministeriale in proposito, ogni scuola fa a modo suo sia nella definizione degli importi che nelle regole di applicazione. Siamo all’anarchia completa». 

Il tema è caldo. L’On. Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione e Cultura, proprio sabato ha annunciato di aver presentato un’interrogazione parlamentare sui contributi ‘volontari’ e i tagli alla scuola: “I cosiddetti contributi volontari sono ormai diventati balzelli quotidiani per supplire alle carenze dello Stato”.

Immediata la replica dei presidi. «Se i presidi si trovano costretti a chiedere contributi volontari alle famiglie è solo per ragioni di sopravvivenza, dal momento che lo Stato non onora le responsabilità che ha nei confronti delle scuole», ha detto secco Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalita’ della scuola (Anp). «Lo Stato si assuma le sue responsabilita’ e i presidi faranno lo stesso».

Tuttoscuola, in merito ai 10 milioni di euro promessi dalla Gelmini, ossreva che – se arriveranno – saranno una goccia nell’oceano perché, ripartiti fra le quasi 11mila istituzioni scolastiche, sarebbero pari a mille euro per istituto.


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