Social innovation

Contrasto della povertà educativa, cosa abbiamo imparato?

L'impresa sociale Con i Bambini rende pubblici gli esiti delle valutazioni d’impatto relative a 30 progetti del bando Prima infanzia, il primo avviato. Un passo importante per raccogliere gli apprendimenti di un enorme "cantiere educativo" che ha visto più di oltre 700 progetti finanziati e passere dalle sperimentazioni alle policy

di Sara De Carli

Più di 700 cantieri educativi avviati a partire dal 2019, 9mila organizzazioni coinvolte, più di mezzo milione di bambini e ragazzi raggiunti insieme alle loro famiglie: un enorme sapere maturato sul campo, migliaia di azioni sperimentate per contrastare la povertà educativa minorile, nelle sue diverse forme, in diverse età, in territori differenti. Questo enorme patrimonio maturato nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e dell’impresa sociale Con i Bambini, che ne è il soggetto attuatore, restituisce oggi per la prima volta alcuni esiti.

Bando Prima Infanzia, cosa è rimasto

Con i Bambini infatti ha reso pubblici gli esiti delle valutazioni d’impatto relative a 30 progetti del bando Prima infanzia, il primo avviato. Gli esiti delle attività svolte e l’impatto complessivo del progetto sono stati valutati entro 24 mesi dalla sua conclusione, quindi un tempo sufficiente per dire se il progetto “ha lasciato un segno”. Su 30 progetti, 24 hanno ricevuto valutazioni chiaramente positive (di cui 3 ottime), mentre 6 non hanno raggiunto gli outcome previsti. Tra i risultati più importanti c’è l’essere riusciti ad offrire alle famiglie in condizioni di svantaggio socio-economico o geografico delle nuove opportunità di accesso ai servizi socio-educativi, l’aver offerto un efficace sostegno alla genitorialità, con risposte olistiche e innovative, il potenziamento delle competenze degli operatori, l’aumento della fiducia nei servizi, il miglioramento delle relazioni tra famiglie e operatori, la costruzione di una comunità educante.  

Perché fare valutazione d’impatto

L’attività del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e di Con i Bambini ha fin dall’inizio quattro elementi caratterizzanti e di innovazione: l’oggetto; il modello pubblico-privato; la dimensione sperimentale; la valutazione d’impatto. L’aver puntato sulla valutazione d’impatto, in particolare – destinandovi risorse significative, fino al 4% del contributo per ogni progetto – rappresenta una novità assoluta nella progettazione sociale.

Fin dall’inizio l’ambizione dichiarata del Fondo e del “cantiere” di Con i Bambini è quella di conseguire degli apprendimenti che possano consolidarsi in politiche pubbliche stabili e sistemiche: la valutazione d’impatto infatti permette di verificare l’efficacia dei modelli sperimentati e di capire quali sono le strategie più efficaci per contrastare la povertà educativa minorile.


Per la valutazione d’impatto dei progetti dei primi quattro bandi si sono mobilitati 104 enti di valutazione in tutta Italia: circa la metà sono università, gli altri sono centri di ricerca pubblici o privati oppure enti con esperienza nella valutazione di impatto di programmi e progetti nel campo socio-educativo. L’investimento è di oltre 9,7 milioni di euro. Attualmente, gran parte delle valutazioni d’impatto è ancora in corso: si tratta infatti di analisi che vengono realizzate a distanza di tempo dalla fine dei progetti (entro 24 mesi), e solo una parte dei progetti è già terminata (sia in termini di azioni, che di valutazione). Fino a settembre 2024, sono state raccolte 115 valutazioni di impatto, di cui 60 relative al bando Prima infanzia, 23 al bando Adolescenza, 32 al bando Nuove generazioni. Le valutazioni ancora in essere dovrebbero concludersi entro il 2026 per i primi tre bandi e nel 2027 per i progetti relativi al bando Un passo avanti. I primi 30 report validati del bando Prima Infanzia sono stati analizzati in profondità, altri 50 report sono stati caricati e resi accessibili a tutti sul portale “Percorsi Con i Bambini”.

Gli apprendimenti

Cosa emerge da questi primi 30 report validati del bando Prima Infanzia? Intanto 15 progetti su 30 sono stati coordinati da una cooperativa o impresa sociale, 6 da associazioni, 4 da fondazioni, 3 da amministrazioni pubbliche e 2 da scuole o enti formativi. Grazie all’analisi dei report è stato possibile evidenziare le principali lezioni apprese in merito agli “ingredienti” chiave e le condizioni di contesto che, secondo i valutatori, favoriscono una maggiore efficacia dei progetti nel generare cambiamenti significativi e sostenibili per i destinatari e comunità educanti coinvolte.

Sulle famiglie

Nel complesso, quasi tutte le valutazioni analizzate hanno valutato gli esiti (outcome) relativi alle famiglie, prestando attenzione in particolare all’aumento del loro empowerment e coinvolgimento nei servizi socio-educativi. Alcune attività hanno preso la forma dei percorsi formativi sulla genitorialità, o di sportelli di supporto, e in questo caso il principale outcome atteso, valutato all’interno dei report, è stato l’aumento delle competenze genitoriali, spesso riferito ai neogenitori e legato al tentativo dei progetti di fornire orientamento, supporto e mitigazione delle loro naturali fragilità e insicurezze. Oltre a questo, molti progetti sono stati valutati anche rispetto alla loro capacità di aumentare la copertura, l’accessibilità e la fruibilità dei servizi socio-educativi. Rispetto a questi obiettivi, i progetti del bando Prima infanzia si sono mossi parallelamente su più piani, aumentando l’offerta di servizi e lavorando sulle condizioni di accesso, sia materiali che immateriali. 

Sui minori

Nel caso degli outcome relativi ai minori (aumento del benessere, competenze socio-relazionali, emotive e psico-motorie di bambini e bambine), le valutazioni sono state realizzate solitamente tramite le percezioni dei genitori e/o degli operatori, e in casi più rari tramite specifici strumenti somministrati ai bambini/e stessi. Meno pervasive, ma comunque importanti e presenti nei report analizzati, sono state le valutazioni relative ad altri obiettivi, come l’aumento dell’integrazione e complementarietà tra servizi educativi e altri del territorio, e il miglioramento delle competenze degli operatori.


Sulle comunità

Infine, il potenziamento delle comunità educanti era uno degli elementi la cui valutazione era stata obbligatoriamente richiesta da Con i Bambini. Questo aspetto, purtroppo, è stato valutato in modo esplicito “solo” in 14 report su 30 analizzati, dato che potrebbe essere in parte legato alla “novità” del concetto stesso di “comunità educante” per molti degli attori coinvolti, ma che allo stesso tempo segnala la necessità di insistere ulteriormente sul tema.

Il report è disponibile sul sito www.conibambini.org e verrà presentato il 18 novembre a Roma in un incontro ad hoc all’interno della tre giorni “Con i bambini cresce l’Italia”.

Foto Andy Millar, Unsplash

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