Persone
Continueremo la ricerca sulla Progeria, nel nome del mio amico Sammy
L’associazione italiana Progeria Sammy Basso proseguirà nella sua mission. A dirlo è il vicepresidente Riccardo Zanolli, ma soprattutto amico d’infanzia dello stesso Sammy Basso, morto all’improvviso durante una cena di festa sabato 5 ottobre. Biologo molecolare, non solo studiava la sua malattia, ma era anche l’ambassador della statunitense Progeria Reseach Foundation-Prf
Era la persona affetta da Progeria di Hutchinson-Gilford una malattia rara che provoca l’invecchiamento precoce, più longeva del mondo. Lui Sammy Basso è morto sabato 5 ottobre all’improvviso, lasciando tutti costernati. Una vita durata “solo” 28 anni quella del giovane di Schio che ha saputo, insieme ai suoi genitori e all’associazione che hanno fondato nel 2005 far conoscere questa patologia rara, incentivare gli studi e promuovere iniziative per raccogliere fondi e trasmettere l’importanza della ricerca scientifica.
All’età di 12 anni, nel 2007, entra a far parte del primo gruppo di studio del clinical trial con Lonafarnib della Progeria Research Foundation – Prf realtà statunitense di cui era ancora oggi International Ambassador. Nonostante il fatto che alle persone affette dalla Progeria di Hutchinson-Gilford venga pronosticata una vita breve Sammy Basso si è laureato Scienze naturali nel 2018 e nel 2021 ha sostenuto una tesi in Biologia molecolare.
In questi anni l’associazione italiana Progeria Sammy Basso – Aiprosab è stata in grado di finanziare diversi progetti di ricerca sia in Italia, sia a livello internazionale, anche grazie alle tante campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi promosse. «Sapeva essere il collante di tante situazione e creava legami in tutti i contesti in cui si trovava», a raccontarlo è Riccardo Zanolli, vicepresidente dell’Aiprosab, ma anche compagno di scuola di Sammy Basso fin dal primo anno di liceo.
Un’amicizia cresciuta negli anni
«La nostra è un’amicizia genuina, fatta di condivisioni, dal viaggio negli Usa (il docu-film National Geographic intitolato “Il Viaggio di Sammy”, che racconta il suo viaggio lungo la Route 66, negli Usa, da Chicago a Los Angeles, con i genitori e Riccardo Zanolli – ndr.), ma anche le tante maratone in giro per l’Italia», ricorda l’amico che non riesce a usare i verbi al passato.
«L’autoironia di Sammy è proverbiale e poi faceva sempre scherzi, ne faceva di tutti i colori: durante il viaggio negli Usa a Roswell finse di essere un alieno… quel viaggio è stata un’esperienza indimenticabile che ha cementato ancor più la nostra amicizia…»
La mission dell’associazione
Nella parole del vicepresidente non solo l’ammirazione, ma anche la certezza che quanto costruito in questi anni non verrà meno «Sammy era il frontman, ma abbiamo messo insieme tutti gli amici anche a livello associativo per portare avanti la mission di raccogliere fondi… Per Sammy non esistevano persone “importanti” anche se aveva ricevuto riconoscimenti, per lui tutti erano alla pari. Eppure era lui a essere una forza: ha studiato la sua malattia, anche di recente con il viaggio in Cina…».
Da vicepresidente dell’Aiprosab Zanolli tiene a sottolineare che la realtà italiana è seconda solo dopo quella statunitense, la fondazione cui si rivolsero i genitori di Sammy dopo la diagnosi «oggi siamo un punto di riferimento in Europa e poi come associazione ci occupiamo anche di sostenere le famiglie delle persone con Progeria».
Porteremo avanti la mission di Sammy
Uno dei progetti di raccolta fondi cui tiene molto Zanolli sono i “Sammy runners”, il gruppo di persone che partecipando alle diverse maratone raccoglievano fondi.
«Noi continueremo nella strada tracciata, porteremo avanti la mission di Sammy: trovare una cura per la Progeria…».
In apertura Sammy Basso al centro con il gruppo dei Sammy runners, gli amici e sportivi che sostengono l’associazione – foto dal profilo social del gruppo
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