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Continua l’odissea della nave umanitaria

Dopo il trasbordo di ieri sulle due imbarcazioni della Guardia Costiera e della Marina Militare Italiana, sull’Aquarius sono rimaste 106 persone. Per tutte e tre le navi mancano più di tre giorni di navigazione per raggiungere Valencia, previsto peggioramento del meteo con onde alte fino a quattro metri

di Ottavia Spaggiari

È a sud della Sicilia la nave Aquarius e l’attraversamento del Canale è previsto in serata. I naufraghi e l’equipaggio hanno davanti ancora quattro lunghi giorni di navigazione, l’attracco dovrebbe avvenire sabato «a seconda delle condizioni meteo che ci si aspetta peggiorino da stasera, con onde alte fino a quattro metri e vento a forza 35 nodi». Il porto dunque è ancora lontano.


A bordo della nave umanitaria sono rimaste 106 persone: 51 donne, 45 uomini e 10 bambini. Alle 20.00 di ieri, ha confermato SOS Mediterranee, «si è concluso il trasferimento di 274 sopravvissuti sulla nave Dattilo della Guardia costiera italiana e di 250 sulla nave Orione della Marina italiana».
Sulla nave, ha riportato la giornalista spagnola di Radio Nacional, Sandra Alonzo Esparza, «gli operatori respirano e recuperano il ritmo normale. I migranti cercano il proprio spazio e recuperano la quotidianità e, per quanto possibile, l’intimità».

Medici Senza Frontiere, che a bordo della nave gestita da SOS Mediterranee assicura l’assistenza medica ai sopravvissuti, ha così commentato la ripartenza alla volta di Valencia: «Anche se questo mette fine alle traversie di 629 persone salvate dal mare, non deve rappresentare un precedente per gli sbarchi futuri nel Mediterraneo».
Nel frattempo in mattinata a Catania dalla nave Diciotti della Guardia Costiera sono sbarcate 937 persone, tra cui molti eritrei, tante famiglie e 2 salme. MSF ha offerto primo soccorso psicologico ai sopravvissuti. «Sono tutti disorientati, alcuni non sanno neanche di essere arrivati in Italia», ha dichiarato via Twitter l'organizzazione.

Foto: Kenny Karpov/ SOS Mediterranee (Twitter)

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