Sostenibilità

Conti correnti, la trasparenza resta sempre in rosso

Strumenti creditizi

di Redazione

Clausole scritte in caratteri piccolissimi, linguaggio tecnico, scarsa chiarezza sui costi.
Aprire un conto può nascondere molte trappole, soprattutto se si firma, come fa la maggior parte delle persone, senza leggere. Ora la Banca d’Italia prova a rimediaredossier a cura
di Piero Pacchioli
«Firmi qui, qui e qui dietro». Solitamente si conclude con queste parole l’apertura di un conto corrente o la richiesta di un mutuo. Al consumatore viene rifilato un pacco di fogli con scritte al limite della leggibilità sia a livello grafico che terminologico. Ma chi legge questi documenti? Praticamente nessuno.

A tutela dei consumatori
La domanda quindi è semplice: se nessuno li legge, perché firmarli? «Perché rappresentano comunque una tutela del consumatore e perché chiariscono i diritti e i doveri nei confronti della banca», spiega Paolo Fiorio, responsabile dell’Osservatorio Credito e risparmio di MC. «Sembra strano, infatti, ma i documenti che devono essere firmati in banca quando si eseguono alcune operazioni, sono previsti a tutela dei consumatori». Già perché i famosi “fogli informativi” mettono il consumatore in grado di conoscere gli effettivi rischi e benefici che derivano dall’operazione che sta per compiere. «È la prassi che si è instaurata nelle nostre banche a vanificare l’utilità di questi strumenti», continua Fiorio.«Liquidare sbrigativamente come un noioso adempimento burocratico un momento fondamentale della conclusione del contratto come quello informativo, infatti, è un comportamento messo in atto dalle banche per “soprassedere” su alcune informazioni dovute». L’utilizzo di una termologia eccessivamente tecnica e il carattere minuscolo di alcune clausole, poi, dissuadono anche il più attento dei consumatori.
A questa situazione ha cercato di porre rimedio la Banca d’Italia con l’adozione di regole di trasparenza nuove -«Disposizioni sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari – correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti» che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2010. «Ci aspettiamo molto da questa nuova disciplina», spiega Fiorio, «e speriamo che le banche non ostacolino anche questo cambiamento come hanno invece fatto e stanno facendo per arginare gli effetti positivi delle liberalizzazioni. È sicuramente positivo l’inserimento all’interno delle disposizioni in questione, della richiesta alle banche di adottare procedure per garantire che sia prestata adeguata attenzione al cliente in ogni fase dell’attività, dall’ideazione del prodotto alla vendita, fino alla gestione di eventuali reclami».

Corretti e chiari
Secondo le nuove indicazione si prevede che le informazioni siano fornite «in modo corretto, chiaro ed esauriente nonché adeguato alla forma di comunicazione utilizzata e alle caratteristiche dei servizi e della clientela». Presupposto fondamentale è che «i documenti informativi [?] sono redatti secondo criteri e presentati con modalità che garantiscano la correttezza, la completezza e la comprensibilità delle informazioni, così da consentire al cliente di capire le caratteristiche e i costi del servizio, confrontare con facilità i prodotti, adottare decisioni ponderate e consapevoli».

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