Famiglia

Consumismo? No grazie

Stili di vita domestica diversi con la campagna “Bilanci di giustizia”

di Giampaolo Cerri

Come tante famiglie italiane, alla fine del mese, tirano le somme: tot è stato speso per i consumi alimentari, tot per la casa, l?auto, le scarpe dei figli, il cinema, l?assicurazione. Ma per le 312 famiglie che partecipano alla ?Campagna Bilanci di Giustizia?, il risultato finale si chiama solidarietà. Si tratta degli aderenti alla proposta lanciata, nel ?93, dall?associazione padovana Beati i costruttori di pace. Nuclei familiari che cercano di impostare i consumi all?insegna della sobrietà, spostando gli acquisti verso generi del commercio equo-solidale e prodotti non inquinati. Gente che ha deciso di risparmiare energia, isolando meglio la casa o usando elettrodomestici più efficienti e a basso consumo. O che usa i mezzi pubblici o la bici al posto dell?auto. Che fa la spesa con oculatezza, evitando gli sprechi e le merci prodotte da aziende che sfruttano la mano d?opera nel Terzo mondo, che non rispettano l?ambiente o che vivisezionano gli animali. Insomma famiglie che fanno del consumo critico un esercizio quotidiano e del bilancio mensile uno strumento per tentare di fare il mondo più giusto. E anche le economie realizzate diventano solidarietà. «Investiamo i nostri risparmi per sostenere le cooperative sociali, il commercio equo-solidale, la finanza etica», racconta Fausto Piazza uno dei coordinatori della campagna a livello nazionale. A questo fine, nel 1996, i partecipanti alla campagna hanno destinato ben 642 milioni, mentre altri 128 milioni sono stati impiegati in adozioni a distanza, progetti di sviluppo e altre forme di solidarietà. Alla campagna hanno aderito lo scorso anno ben 215 famiglie italiane, che hanno speso complessivamente più di 6.200 milioni, spostandone secondo i criteri ?di giustizia? ben 650. Stili di vita che cambiano, affrancati dagli imperativi categorici del consumismo. Il 60 per cento delle famiglie ha attuato la raccolta differenziata dei rifiuti; mentre 50 nuclei su 100 praticano lo scambio e il riuso degli abiti fra amici e parenti. «Secondo gli esperti, per riequilibrare a livello mondiale i rapporti fra produzioni e consumi – ricorda Alberto Castagnola, segretario nazionale della campagna – l?uso delle principali risorse, finora utilizzate senza limiti, andrebbe ridotto in media del 9 per cento entro i prossimi 10-15 anni». Informazioni e adesioni: Mag di Venezia, via dell?Ongaro 30175 Marghera (Venezia), tel. e fax 041-5381479 (lunedì, martedì, giovedì 17-19).


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