Sostenibilità

Consumi: italiani consumatori più etici d’Europa

Metà degli italiani controlla che il prodotto che stanno acquistando non inquini e non sia frutto del lavoro minorile

di Gabriella Meroni

Gli italiani sono i consumatori più etici tra quelli dei Paesi industrializzati. Lo afferma una ricerca promossa dalla Camera di commercio di Milano, secondo la quale la metà degli italiani controlla che il prodotto che stanno acquistando non inquini e non sia frutto del lavoro minorile. Secondo l?indagine ?La responsabilità sociale d?impresà, che sarà presentata domani in occasione della giornata mondiale dei consumatori, l?85% degli italiani sarebbe disposto a pagare il 10% in più per un prodotto realizzato secondo procedure che rispettino la società e l?ambiente. Al secondo posto si trovano i tedeschi e gli inglesi (84% di consumatori attenti alle procedure etiche di fabbricazione dei prodotti), seguiti da canadesi (80%) e statunitensi (79%). E sarebbero il 69% gli italiani disposti a pagare un prodotto di più se l?azienda devolvesse parte della cifra incassata a un?associazione non profit. Seguono inglesi (68%), canadesi (65%) e tedeschi (63%). Per i consumatori italiani la responsabilità sociale è la seconda ragione che conta quando si formano un giudizio su un? azienda, subito dopo il giudizio sui prodotti e servizi dell?impresa e prima delle performance di reddito e finanziarie, della leadership sul mercato e delle condizioni di lavoro applicate ai dipendenti. E così un italiano su due (esattamente il 50,5%) nell?ultimo anno avrebbe acquistato prodotti solo dopo aver verificato che non inquinino, che per la loro produzione non sia stato utilizzato il lavoro di minorenni e che siano stati rispettati i diritti dei lavoratori. Secondo la ricerca, il 40,5% avrebbe inoltre evitato di comprare prodotti di aziende che reputa avere comportamenti non etici e il 14,2% ha partecipato a campagne di boicottaggio nei confronti di marchi ritenuti non etici. Il 40% degli italiani (secondi solo ai giapponesi, che raggiungono una quota del 58%) dichiarano che in materia le aziende dovrebbero andare oltre a quanto strettamente richiesto dalle leggi in vigore.


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