Sostenibilità

Consumi. Il caldo pulito. Metti un focolare al centro della city

Basta con le inquinanti caldaie a gasolio: in Italia è boom dei nuovi impianti che sfruttano il fuoco per riscaldare i caloriferi di casa. Soprattutto in città.

di Ida Cappiello

Addio gasolio: adesso la casa me la scaldo col camino. È questo il grido che sempre più spesso si leva da tante case italiane, e non solo dalle baite montane, ma anche da modernissimi appartamenti metropolitani, dove il camino ha fatto il suo trionfale ingresso come alternativa ai tradizionali (ma inquinanti) impianti di riscaldamento domestico. State pensando al vecchio focolare delle case di montagna, che come è noto scalda più il cuore che la casa? Dimenticatelo: i nuovi caminetti tecnologici, chiusi da uno sportello di vetro atermico per ridurre la dispersione di calore, riescono a scaldare senza problemi un appartamento grazie a un sistema che li collega ai caloriferi.

Ci sono anche gli sgravi
L?aspetto più interessante della nuova generazione di focolari è infatti la possibilità del riscaldamento a distanza, che consente di sfruttare il calore prodotto dalla legna anche in ambienti lontani dal camino. Il focolare riscalda l?acqua che alimenta i termosifoni attraverso un sistema di tubi di raccordo. In pratica, la legna sostituisce il gasolio. Altre innovazioni tecnologiche hanno poi allungato di molto l?autonomia dell?impianto: nell?alimentazione a pellet si arriva a due giorni, contro le quattro-cinque ore del camino alimentato con i ceppi, a tutto vantaggio del portafoglio: produrre con la legna lo stesso calore generato da un litro di gasolio può costare fino al 40% in meno, anche se, ovviamente, il costo della legna varia. Per procurarsela, comunque, non è più necessario andar per monti e valli. I ?cittadini? possono acquistare nei centri fai da te i pellet, cilindretti fatti di trucioli pressati, che producono poco fumo e quindi sono compatibili anche con canne fumarie di piccole dimensioni.
Sempre sul fronte economico, il governo italiano sta incentivando l?uso dei camini con la defiscalizzazione di una parte del costo. Per i camini ad alta efficienza (chiusi) con rendimento superiore al 70%, la legge consente di detrarre dall?imponibile il 41% delle spese di acquisto e installazione, per tutto il 2004.

Sarà l?anno del camino
Tra sensibilità ecologica e vantaggi di costo, il mercato è in movimento. Il numero di caminetti installati in Italia è stimato tra i 4 e i 5 milioni, ma le vendite sono in crescita: lo conferma Maria Giovanna Benacchio, responsabile delle pubbliche relazioni di Progetto Fuoco, la fiera biennale del settore, in programma a Verona dal 18 al 21 marzo. “Quest?anno l?interesse è così alto che ha sorpreso anche noi: gli espositori sono 360, contro i 300 di due anni fa”.
Rispetto alle altre fonti di energia, la legna ha la caratteristica unica di non aumentare la concentrazione di anidride carbonica nell?atmosfera, responsabile dell?effetto serra. Raffaele Cavalli, docente di Meccanizzazione forestale all?università di Padova, spiega perché: “L?anidride carbonica emessa da un albero che brucia viene completamente recuperata dalla vegetazione e trasformata in ossigeno. Il bilancio è in pareggio: ogni pianta assorbe esattamente la stessa quantità di gas che emette quando viene bruciata”.
La naturalità della legna, però, non deve far pensare a una totale ?innocenza? del caminetto sotto il profilo delle emissioni inquinanti. Mentre è sicuro l?abbattimento dell?effetto serra, non si può dire altrettanto per le emissioni di polveri e di monossido di carbonio. “Un errore diffuso è quello di considerare gli impianti a biomasse, in primis il camino, semplici da gestire ed esenti da rischi”, avverte Antonio Panvini del Comitato Termotecnico Italiano. “L?impianto a legna va gestito con cautela, rispettando le norme di legge, che vietano, ad esempio, di bruciare legna trattata, come i vecchi mobili. Seguendo le regole giuste, l?inquinamento può essere ridotto al minimo”.
A proposito di economia, quanto costa un camino? Per un modello tradizionale, bastano mille euro; per i nuovi tipi che si allacciano ai radiatori ne servono invece almeno 3mila. Ma l?ambiente ringrazia.

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