Volontariato

Consumi: cresce il pessimismo

Lo dice un'indagine di Findomestic

di Redazione

Da alcuni beni durevoli proviene l?unico elemento di crescita per la spesa degli italiani in un clima di crescente pessimismo per la situazione economica generale e personale: è quanto emerge dall’undicesimo Osservatorio sui consumi curato da Findomestic e basato su un campione di 2.000 interviste realizzate in Italia, che diventano 8.000 su base europea, con una media di 650 contatti per Paese. Una crisi che però non sembra aver mortificato il desiderio di cambiare auto o acquistare un lettore dvd, tanto che, pur in un taglio generale agli acquisti, viene messa a preventivo una maggiore voce di spesa proprio per alcuni beni durevoli. Nell?anno che si e’ appena chiuso, infatti, si sono registrati incrementi a due cifre per alcuni beni come i forni a micro-onde (+23%), i lettori Dvd (+116%) e gli schermi a retro-proiezione (+99%) e i componenti satellitari (+58%). Anche le spese per la casa hanno influito sul budget medio delle famiglie, con un giro d’affari pari a 13,71 miliardi di euro per i mobili, con incrementi del 5% per quelli da cucina in valore e del 3% in quantita’. A parte il gia’ citato caso dei forni a micro-onde, invece, si e’ mosso piu’ a rilento il comparto degli elettrodomestici bianchi, con incrementi tra il 4 e il 5% a seconda delle tipologie di prodotti. Il tutto e’ avvenuto in un clima di incertezza, perche’ la percezione media dei cittadini europei sulla situazione del proprio paese, italiani in testa, e’ peggiorata rispetto a un anno fa, come ha spiegato Edoardo Speranza, presidente di Findomestic Banca (50% Cetelem, gruppo Bnp Paribas, 47,17% Cassa risparmio Firenze e 2,83% Cassa risparmio Pistoia), affiancato da Alessio Lapucci, responsabile dell’ufficio studi della banca. Il giudizio medio espresso dai cittadini europei sul loro paese, basato su una scala da 1 a 10, e’ sceso da 5,10 a 4,71, e per gli italiani da 5,24 a 4,79, a fronte di un dato belga salito da 6,01 a 6,33. Un pessimismo che porta ad una riduzione dei beni acquisiti, ma non ad un atteggiamento di rinuncia di fronte ad un acquisto importante come l’auto nuova o il televisore al plasma, come testimonia del resto l’incremento del 14% del credito al consumo. Il sentimento generale resta negativo, poiche’ gli italiani si sono definiti inquieti al 51%, rassegnati al 12%, ottimisti al 23% ed entusiasti al 5%, a fronte pero’ di un 7% che si e’ definito addirittura ”in rivolta”. Sul fronte delle spese, pero’, nel Bel Paese il 52% prevede ‘probabilmente’ di aumentarle nei prossimi 12 mesi e il 20% dice che lo fara’ ”sicuramente”, mentre riguardo al risparmio, il 28% prevede un probabile aumento e il 6% lo prevede con certezza. Soprattutto per il dato riferito alle spese, l’Italia si pone al secondo posto della classifica europea dopo l’Ungheria (53% coloro che prevedono un probabile aumento e 19% di aumentarle con certezza) e ben sopra la media europea del 36% di chi forse mettera’ mano al portafoglio e il 12% di dice che lo fara’ sicuramente. Seguono, tra coloro i quali hanno dimostrato maggior propensione di spesa, gli spagnoli (44% aumento probabile e 17% aumento sicuro), i Russi (39% aumento probabile 13% sicuro) e i francesi (37% aumento probabile e 15% sicuro). Le previsioni di spesa non risparmiano neppure il settore dell’auto (13%), nel quale Findomestic prevede una crescita leggera, dopo che nel 2004 il saldo dell’immatricolato e’ tornato positivo (+0,7%), dopo anni di vacche magre. Naturalmente le scelte sono piu’ orientate all’austerita’, con un calo della cilindrata delle vetture e maggiore attenzione al diesel, piu’ parco nei consumi, che ha raggiunto il 25% del totale del parco circolante. In Europa nel 2004 ogni 100 famiglie sono state vendute 8,5 auto nuove e in Italia ben 10,4.


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