Sostenibilità
CONSUMATORI. Cresce il dialogo con le imprese
I risultati di una ricerca a livello europeo sul mondo del consumerismo
di Luca Zanfei
Il dialogo con le imprese come principale forma di tutela dei consumatori. L’indagine Iulm-Consumers Forum “Europa e consumatori: modelli di relazione e comunicazione tra associazioni dei consumatori, imprese e istituzioni nel’Ue”, presentata oggi a Roma, evidenzia un nuovo corso nelle azioni di rappresentanza dei consumatori. Secondo la ricerca condotta in base alle interviste a 20 membri del Eccg (European Consultative Consumers Group), le associazioni dei consumatori del vecchio continente sono sempre più orientate a privilegiare le relazioni dirette con enti pubblici e privati, ma sarebbero le imprese a essere i maggiori interlocutori. Le relazioni attivate dalle organizzazioni, infatti, riguarderebbero prevalentemente i soggetti imprenditoriali privati. Si afferma dunque quel modello di advocacy italiano, rappresentato efficacemente dall’esperienza di Consumers Forum. “Possiamo considerare CF come una best practice in Europa, un’esperienza da esportare – spiega Lorenzo Miozzi, il presidente di CF – E’ infatti una realtà che ci consente non solo di relazionarci con le istituzioni, le Authority e la politica, ma di mettere in atto azioni preventive al fine di evitare il conflitto e difendere i diritti dei consumatori evitando di ricorrere alla giustizia”. E’ infatti l’Italia a occupare il primo posto della classifica europea dei rapporti con l’esterno (in base all’indice Iar), seguita a distanza da paesi come Repubblica Ceca e Spagna. Ma se in tutta Europa si impone la teoria del dialogo, il ruolo delle associazioni di categoria nelle controversie sembra ancora legato alla sola rappresentanza delle istanze dei consumatori. Solo il 25% delle associazioni dichiara di svolgere un ruolo più neutrale di catalizzatore degli accordi tra consumatori e imprese, mentre quasi il 70% si limiterebbe alla sola difesa dei diritti dei cittadini. In più tale attività, non sembra comunque essere condotta in concerto con le altre associazioni di rappresentanza. Salvo alcune eccezioni come Italia, Bulgaria e Finlandia, la promozione del’associazionismo intersettoriale sembra ancora poco sviluppata. In ogni caso, ilò consumerismo europeo sembra unito nell’indicare i fallimenti del mercato come priorità di azione, insieme all’educazione al consumo; mentre sarebbero i servizi e le public utilities i maggiori settori coperti.
Nel prossimo numero di Consumers’ Magazine, il mensile realizzato in collaborazione con il Movimento Consumatori, in edicola con Vita dal 14 novembre, un approfondimento sulla ricerca.
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