Cultura

Consulta islamica: libertà di religione anche nei paesi musulmani

Il documento presentato da Souad Sbai è stato firmato da 14 consiglieri su 16. Si chiede il riconoscimento della libertà religiosa e di coscienza anche nei paesi musulmani

di Sara De Carli

I 16 consiglieri si sono riuniti oggi presso il Viminale per avviare la prima discussione sui problemi della comunita’ islamica elencati durante la riunione tenuta lo scorso mese. Nel corso della riunione di oggi sono stati presentati due documenti diversi, che dovrebbero essere alla base del lavoro che questo organismo andra’ a svolgere in futuro. Di particolare rilievo quello presentato dalla presidentessa della Confederazione dei Marocchini in Italia, Souad Sbai. ”Rigettiamo ogni forma di estremismo, fondamentalismo, di violenza e di discriminazione – recita il testo – rifiutiamo il terrorismo quale strumento di lotta nel nome di una religione o di una ideologia politica. Sostieniamo il pluralismo sociale religioso e politico come base per un dialogo costruttivo nella societa’ italiana ed europea e affermiamo la liberta’ di coscienza religiosa come valore universale fondante la convivenza in una societa’ laica e pluralista. Tale liberta’ dovrebbe essere pienamente attuata e tutelate in ogni paese musulmano senza subire alcuna disciminazione o sanzione. Crediamo nella necessita’ di debellare la radice ideologica dell’odio che, strumentalizzando arbitrariamente l’Islam, ha finito per legittimare il terrorismo nichilista e barbaro. Ci impegniamo nella promozione di una cultura della vita e della convivenza e del rispetto reciproco tra tutti i componenti della societa’ italiana”. Questo documento è arrivato alla riunione di oggi gia’ sottoscritto da nove membri della Consulta su sedici. Altri cinque lo hanno firmato oggi. Non hanno firmato Dachan (UCOII) e Kalid Chaouki, dicendo che il documento non era stato discusso in modo approfondito e riservandosi una settimana di tempo per decidere se sottoscriverlo o meno. La novita’ e’ che, oltre a condannare il terrorismo come gia’ hanno fatto tutte le associazioni islamiche in Italia, il documento condanna anche il fanatismo ideologico, respinge l’uso di strumenti violenti per fini religiosi e infine chiede la liberta’ religiosa e di coscienza anche nei paesi arabi.


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