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Consiglio Stato: “Sì alle impronte nei campi rom”
Ribaltata la sentenza del Tar del Lazio
Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar Lazio sulle impronte ai minori rom. Sarà possibile dare un’identità alle persone che vivono nei campi anche attraverso rilievi segnaletici. In una pronuncia appena emessa, la suprema corte amministrativa ha ammesso la possibilità di procedere «sic et simpliciter» a dare un’identità alle persone che vivono negli insediamenti nomadi, anche attraverso rilievi segnaletici. In via cautelare, il Consiglio di Stato ha così ribaltato quanto già deciso nel luglio scorso dal Tar del Lazio, che aveva annullato in parte le ordinanze emesse dal presidente del Consiglio per fronteggiare lo stato d’emergenza nei campi rom di alcune regioni tra cui il Lazio e la Lombardia.
La causa era stata avviata dall’European Roma Rights Centre Foundation, che aveva presentato ricorso su alcune disposizioni presenti nel regolamento dei campi nomadi del Comune di Milano e Roma.
La decisione, secondo quanto ha dichiarato alle agenzie il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, “è a difesa dei minori” stessi. Secondo De Corato, “la possibilitaà di identificarli, come fa il Comune di Milano, serve in primo luogo a contrastare la criminalità romena che li nasconde nei campi per impiegarli, schiavizzati, per furti, elemosina o prostituzione. Altro che lesione dei diritti. L’European Roma Rights Centre Foundation, che ha presentato ricorso su alcune disposizioni presenti anche nel regolamento dei campi nomadi del Comune di Milano, ha preso un doppio buco nell’acqua”.
“Perché già lo scorso 5 agosto – prosegue il vicesindaco – il Consiglio di Stato aveva ammesso la possibilita’ di identificare gli occupanti dei campi di badge di riconoscimento”.
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