Guardando ai risultati, invero assai magri, di questo Consiglio europeo, non si può che fare una considerazione generale assai ambivalente.
Eravamo abitati ad una Istituzione che vedeva un lungo lavoro preparatorio per strutturare il livello di consenso necessario tra un numero di paesi ed interessi assai diversi, su decisioni complesse e comunque con orizzonti prevalentemente di medio/lungo periodo. Un metodo complicato da spiegare al cittadino e a volte non così chiaro ai media, ma è il modo con cui si costruisce un edificio comunitario complesso, articolato, con velocità e talora prospettive diverse, con risorse sempre assai limitate e che pure avanza, a volte anche con accelerazioni impensate, come è avvento con alcune decisioni concernenti la gestione della crisi avvenute in questi ultimi anni. (per non citarne che una, oltre 3000 miliardi di garanzie europee per i debiti pubblici degli stati in crisi e per il finanziamento a costo zero della liquidità per le banche, per un ammontare pari a quasi 30 volte il bilancio europeo attuale !)
Soprattutto, ci siamo rapidamente abituati ad una Istituzione, il Consiglio, dove sono presenti i Capi di Stato e di governo, che si riunisce sempre più spesso e che ha preso una rilevanza crescente, anche pubblica, rispetto alle altre Istituzioni, talora riducendone alcune, come la Commissione, ad una sorte di ufficiale di complemento.
Ecco, ora registriamo una ulteriore novità, è cioè una agenda stravolta o quasi all’ultimo minuto da questioni di urgente e drammatica attualità – Lampedusa e l’invasività francamente eccessiva dei servizi americani sui principali leader politici del mondo – che hanno spinto tutti gli altri argomenti più strutturali in posizione marginale. Succede da qualche riunione, succede ahimé assai spesso nelle politice nazionali. A volte si finisce per fare un gran rumore per l’effetto annuncio, buono per i titoli dei giornali, decidere assai poco e rinviare molto…
Senza voler entrare nel merito della seria questione dei servizi di spionaggio, che non sono competenza comunitaria e infatti si è discusso di una iniziativa intergovernativa di cui si parlerà in segreto con gli americani…., prendiamo l’esempio di Lampedusa e della sbandierata urgenza di cambiare passo da parte dell’Europa.
Si legge nelle Conclusioni del Consiglio a questo proposito: “Il Consiglio europeo ha espresso profonda tristezza (MADDAI…!!!) per i tragici eventi avvenuti di recente nel Mediterraneo nei quali centinaia di persone hanno perso la vita, e ha deciso di intensificare l’azione dell’Unione in modo da impedire che simili tragedie si verifichino ancora” SUPERSIC!!!! Hai voglia ad essere soddisfatti. Intanto c’è un gruppo di lavoro che vedrà come rafforzare la cooperazione con i paesi di provenienza, le misure di rimpatrio e nuove misure di prevenzione e protezione, se ne riparlerà a dicembre e le discussioni di merito sono comunque rinviate a giugno 2014 (quando il nuovo PE sarà appena eletto, la Commissione non ci sarà e il Presidente Van Rompuy sarà ormai agli sgoccioli… e quindi il potere di decisione sarà assai ridotto). E malgrado l’innegabile sforzo politico profuso dal governo Letta, oltre alle dichiarazioni di principio, si porta a casa forse qualche aereo in più per pattugliare il Mediterraneo con Frontex…. Sempreché si trovino poi i soldi necessari, visto che nelle conclusioni non se ne fa cenno e come ben si sa l’UE ha un problema di blocco simile a quello degli USA, perché il bilancio 2013 rischia il deficit (vietato dai Trattati) e Parlamento e Consiglio non hanno ancora trovato un accordo come ripianarlo….
Venendo poi agli altri due argomenti che risultavano cruciali nella fase preparatoria degli ultimi tre mesi, cioè il completamento dell’Unione bancaria (si auspica che un accordo si trovi sugli ultimi passaggi, ma intanto si rinvia a dicembre l’adozione di due pacchetti legislativi cruciali) e il completamento dell’Unione economica e monetaria con riferimento in particolare alla dimensione sociale …. Beh da giornalista quale ero faccio fatica a trovare quale sia la notizia.
Si legge nel testo “…Si proseguiranno i lavori per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche, con l’obiettivo di assumere decisioni a dicembre sui principali aspetti degli accordi contrattuali e dei meccanismi di solidarietà correlati. …. Con l’obiettivo di usare questi nuovi strumenti già nel semestre europeo 2014. Tale più vasta gamma di indicatori ha lo scopo di permettere una maggiore comprensione degli sviluppi social…”
E chi glielo va a spiegare ai 26 milioni di disoccupati e agli oltre 110 milioni di persone in Europa a rischio di povertà o al di sotto della soglia di povertà, che forse si “avrà una maggiore comprensione degli sviluppi sociali?” E’ passata, senza troppo discutere, la posizione della Germania ed altri “rigoristi” (accordi contrattuali, cioè rigore di bilancio più stretto) con qualche fiorellino di contorno (gli indicatori sociali e più riunioni con i partner sociali)…. Ma se ne riparlerà a dicembre… Chissà che intanto qualche governo non si incazzi per davvero e non decida di alzare davvero la voce su questo riequilibrio vitale….!
Vogliamo parlare delle Piccole e Medie Imprese? Il cuore vero dell’economia europea. Beh qui c’è un po’ di più, molti riferimenti a programmi e iniziative in corso, anche di discreto interesse, ma dai risultati ancora da vedere….e dai mezzi come sempre limitati. Ma colpisce una diciamo genericità delle intenzioni: “Sarebbe opportuno proseguire ogni sforzo per ripristinare la normale erogazione dei prestiti all’economia e agevolare il finanziamento degli investimenti, in particolare riguardo alle piccole e medie imprese (PMI)……. Posto che i contributi all’iniziativa per le PMI dovrebbero rimanere volontari, il Consiglio europeo invita alla massima partecipazione possibile degli Stati membri…” (Supersic)
Ma decretare un fondo di garanzia europeo per far scendere di almeno la metà i tassi di interesse praticati in molti paesi europei (soprattutto quelli più in difficoltà) alle PMI? Questo sarebbe chiaro a tutti ed efficace ….. anche per l’occupazione e la lotta alla povertà!
Infine, ci sono dieci pagine su 20 sulla costruzione del mercato del digitale europeo, un obiettivo cruciale, di cui si parla da anni, che può rappresentare un bel volano per l’economia europea. Ma che dire, il roaming se lo sono dimenticato e i costi che questo ha sulla libera circolazione delle persone e sui bilanci delle imprese sono tutt’ora enormi se paragonati ad altre aree del mondo. Certo, in Cina ci sono 3 compagnie telefoniche, in USA 4, ma nell’UE ce ne sono oltre 100 e tutte vogliono mantenere le proprie nicchie di profitto…..
Purtroppo ancora una volta la risposta europea resta insufficiente ed evasiva e sembra non cogliere il vero nodo politico delle questioni. Certo non era questo il tenore, il solito peraltro, delle dichiarazioni che sono uscite sui principali giornali e TV europee e anche le enfasi poste ieri e oggi sui giornali italiani.
Ma per non restare una cassandra solitaria, mi viene in inatteso aiuto lo stesso Presidente Enrico Letta, il quale è intervenuto proprio ieri in un importante dibattito europeo organizzato alla Sorbona a Parigi, infiammando col suo discorso il pubblico, che gli ha reso omaggio con una ovazione 4 volte superiore a quella riservata al Ministro francese dell’economia. In sostanza – ha detto – che la colpa della crisi è il fatto che finora c’è stata troppo poca Europa ed ha ribadito che senza un vero soprassalto di coraggio politico e culturale, cercando nuove idee e nuove politiche, sarà la catastrofe per tutti!”
Sono d’accordo con lui. Gliel’ho scritto…. Ma dicendogli anche che se il Consiglio europeo continuano ad essere così timidi ed usi alla ben nota e italica politica del rinvio, chi dovrà farsi carico di questo soprassalto di fantasia e di coraggio?
Con oltre il 60% degli Europei che oggi già non credono più nell’UE, mentre solo il 31% dichiara di crederci ancora (secondo i dati dell’ultimo Eurobarometro pubblicato il 18 ottobre 2013) e con il 74% che chiede che la priorità di ogni decisione europea sia data alla creazione di nuova occupazione e alla lotta contro la disoccupazione e la povertà, la risposta rischia di essere drammatica: crescita quasi ovunque del populismo, dell’estremismo e del nazionalismo, che in alcuni paesi rischia di essere il primo partito alle prossime elezioni europee di maggio 2014.
Che Iddio salvi il re…. perché il re è quasi nudo! E non c’è popolo che ami il re quando è nudo.
Le Conclusioni del Consiglio UE: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ec/139222.pdf
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