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Consiglio d’Europa: convenzione contro cyberdelinquenza

La prima convenzione internazionale contro l'utilizzo criminale di Internet è stata firmato oggi a Budapest da un numero record di Paesi, spinti dall'emergenza-terrorismo

di Paolo Manzo

La prima convenzione internazionale contro l’utilizzo criminale di Internet è stata firmato oggi a Budapest da un numero record di Paesi, spinti dall’emergenza-terrorismo.

Il trattato è il primo strumento giuridico internazionale vincolante in materia. “Questo strumento arriva nel momento più opportuno per lottare contro il cosiddetto cyber-terrorismo, dopo i terribili attentati sofferti dagli Stati Uniti l’11 settembre”, ha dichiarato Hans Christian Krueger, sottosegretario generale del Consiglio d’Europa e principale artefice della convenzione.

Il testo giuridico permetterà di “reagire con mezzi concreti agli atti terroristi commessi contro i sistemi informatici, come il sabotaggio informatico, e di raccogliere prove elettroniche sulle infrazioni collegate al terrorismo”, ha aggiunto Krueger.

Il fatto che 29 Stati abbiano firmato immediatamente la Convenzione è un fatto senza precedenti, a detta dei funzionari del Consiglio d’Europa. Stati Uniti, Giappone, Canada e Sudafrica, che collaborarono attivamente per quattro anni alla redazione, hanno firmato la Convenzione insieme a 25 dei 43 paesi membri del Consiglio d’Europa.

L’accordo firmato è un testo di compromesso e prima di arrivarci sono state elaborate una 30ina di versioni distinte e le sue disposizioni sono state bersaglio di numerose critiche. Il Consiglio d’Europa ha voluto, per esempio, garanzie certe del rispetto dei diritti umani in quello che riguarda la segretezza della corrispondenza.

Per ciò, i registri ed i sequestri di prove informatiche saranno solo possibili nel quadro di un’investigazione giudiziaria. Ciononostante, alcuni associazioni hanno criticato il testo considerandolo “liberticida e complice di una nuova epoca ormai iniziata di vigilanza generale stile grande fratello”.

Il testo classifica i reati in quattro gruppi: quelli che colpiscono l’integrità dei sistemi informatici, le violazioni sui contenuti (la cosiddetta pornografia infantile), le infrazioni informatiche (considerate alla stregua di frodi) e quelle correlate alla proprietà intellettuale (le copie e falsificazioni di brevetti e software).

All’articolo 9 prevede un’ampia gamma di misure per sanzionare la raccolta, il possesso e la distribuzione di immagini pornografiche con bambini e la prostituzione infantile.

Nell’ambito dei procedimenti e delle investigazioni penali, una delle misure più originali contemplate dal testo è “il blocco dei dati” che ha come obiettivo ostacolare la sparizione o la modifica di dati che possano servire come prove giuridiche.

Aperta a tutti i Paesi del mondo, la Convenzione entrerà in vigore quando cinque Paesi, e tra essi tre Stati membri del Consiglio dell’Europa, l’avranno oltre che firmata anche ratificata. Il che non dovrebbe far ritardare di molto l’entrata in vigore del nuovo trattato che regola il mondo di Internet.

Per il testo completo della convenzione clicca a lato solo in inglese

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