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Consapevolezza, ne sappiamo poco

Alzheimer/ Le questioni legali. Ne parliamo col professor Carlo Alberto Defanti, responsabile del Centro Alzheimer dell’ospedale Briolini di Gazzaniga (Bg)

di Sara De Carli

La perdita di memoria e consapevolezza genera una serie di problemi di natura giuridica e legale. Ne parliamo col professor Carlo Alberto Defanti, responsabile del Centro Alzheimer dell?ospedale Briolini di Gazzaniga (Bg). Vita: Cosa si sa circa la consapevolezza in questi pazienti? Carlo Alberto Defanti: Poco. Come gruppo stiamo lavorando a una ricerca sulla consapevolezza della malattia e sulla capacità decisionale dei pazienti con morbo di Alzheimer. Durante le ultime elezioni abbiamo somministrato un test per capire chi era in grado di votare e chi no, e siamo riusciti a garantire il diritto di voto a un quarto dei pazienti. In altri test invece descriviamo una situazione e chiediamo quale scelta farebbero se si trovassero in quelle circostanze. Vita: È una specie di testamento biologico… Defanti: No, è un modo per capire se le persone a cui è stato diagnosticato l?Alzheimer sono ancora in grado di esprimere dichiarazioni anticipate di trattamento (dat). Siamo tutti favorevoli alle dat, ma in questo caso ci sono problemi aggiuntivi. L?ideale sarebbe stenderle in una fase precocissima, ragionando insieme, paziente, medico, famiglia. Vita: Come va con l?amministratore di sostegno? Defanti: È un ottimo strumento, soprattutto se è il malato a nominarlo, all?inizio della malattia. Però è ancora poco utilizzato. Personalmente l?ho visto utilizzare solo in due casi.


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