Welfare

Congo: salesiane in rivolta per l’alfabetizzazione

Le scuole cattoliche sono in sciopero da un mese per chiedere al governo di adempiere alle promesse sull'alfabetizzazione dei giovani

di Emanuela Citterio

Le scuole cattoliche nella Repubblica democratica del Congo stanno portando avanti da un mese uno sciopero di protesta per chiedere al governo di mantenere la promessa di garantire l’alfabetizzazione dei giovani. A farlo sapere dal Paese africano sono le suore salesiane, che denunciano: “Solo il 40% della popolazione giovanile frequenta la scuola, il rimanente 60% e’ analfabeta e diviene facile bacino di pesca per lo sfruttamento, la criminalita’, la violenza. In particolare la situazione della ragazza è oggetto di violazione dei piu’ elementari diritti umani”. “Lo stato”, continuano le religiose “paga gli insegnati delle scuole pubbliche e convenzionate con un salario che va dai 12 ai 28 euro al mese e spesso il contributo mensile non arriva. Il rimanente e’ a carico delle famiglie. Questo spiega perche’ l’analfabetismo, il lavoro minorile soprattutto nelle miniere e ogni forma di violenza, soprattutto nelle bambine, adolescenti e giovani donne e’ cosi’ dilagante. Famiglie che vivono nel degrado sociale e culturale non possono permettersi il lusso di pagare le tasse scolastiche, anche minime e simboliche”. “In questo momento gli insegnanti delle ”Ecoles conventionnees catholiques” hanno preso coraggio e, con l’appoggio dei Vescovi congolesi, dopo varie trattative pacifiche con il governo, hanno iniziato uno sciopero (dal 5 settembre 2005 ed e’ ancora in atto), per sollecitare il governo a prendersi carico della alfabetizzazione e promozione culturale delle giovani generazioni”, scrivono le salesiane in un appello urgente inviato alla Casa generalizia di Roma delle Figlie di Maria Ausiliatrice, presenti nella Repubblica Democratica con 14 comunità religiose. Il vice presidente della repubblica, Mr.Z’Ahidi Ngoma, ha deplorato il tentativo di voler destabilizzare le istituzioni attraverso lo sciopero degli insegnanti. ”Egli – scrivono le suore – riconosce il diritto allo sciopero, come all’educazione dei cittadini, ma dichiara che lo Stato ha fatto tutto il possibile per affrontare il problema e non dispone di mezzi per fare di piu’. Ora questa presa di posizione del ministro e’ decisamente enfatica e falsa, poiche’ e’ nota la corruzione che regna nella maggioranza dell’attuale classe politica congolese, corruzione che arriva a forme vistose e ostentate di sfarzo e di lusso, in contrasto con la miseria di chi e’ costretto a vivere con meno di un dollaro al mese. Inoltre il Congo e’ ricchissimo di minerali anche pregiati (diamanti,oro,coltan) e il denaro per pagare la scuola esiste, sostengono gli esperti con prove inequivocabili, ma il malgoverno e la corruzione diviene, in questo momento, il maggior freno per debellare il degrado in cui vive e soffre la maggioranza della popolazione. Siamo inoltre in un momento decisivo per la nostrasituazione scolastica poiche’, in base agli accordi dell’UNESCO, se si superano i 45 giorni di sciopero, viene dichiarato ”anno bianco”, cioe’ anno non valido per acquisire i titoli scolastici. Ci stiamo avvicinando al 45 giorno di sciopero. Vi chiediamo allora, in questo momento, solidarietà con gli insegnanti congolesi, perche’ si sentano sostenuti dalla attenzione dell’occidente e i loro tentativi possano innestare un movimento di reale democratizzazione del paese. Il popolo ama la cultura, apprezza i valori della bellezza, della pace, della solidarietà, della religiosità”. “Aiutateci” conclude la lettera delle suore, “fate pressione a livello nazionale e internazionale, fate conoscere questa emergenza alle agenzie di informazione”.


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