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Congo: saccheggi dei militari, Msf evacua la propria sede a Dungu

Assaltata ripetutamente anche una parrocchia in cui si è rifugiato il clero locale e i missionari. Il personale di Medici senza frontiere ha dovuto abbandonare l'ospedale e rifugiardi a Kampala, in U

di Daniela Romanello

È ancora preda della paura la città di Dungu (estremo nordovest della Repubblica Democratica del Congo), conquistata due giorni fa da Jean-Pierre Bemba del Movimento di liberazione congolese (Mlc). Il gruppo composto da clero locale e missionari, che per sfuggire agli assalti si era rifugiato in una parrocchia fuori Dungu, ha ricevuto ieri altre due ?visite? degli armati. Lo riferiscono fonti della MISNA, specificando che i militari di Bemba sono tornati a chiedere con arroganza cibo, soldi, batterie, macchine ed altri beni. Le stesse fonti sottolineano come i recenti, feroci combattimenti abbiano causato gravi danni a Dungu, anche perché i militari si sarebbero dati al loro ?gioco? preferito: il saccheggio. A farne le spese è stata anche la sede locale di Msf (Medici senza frontiere). In un comunicato diffuso da Ginevra si informa che, nella notte tra martedì e mercoledì scorso, per ben 3 volte dei soldati armati si sono introdotti con la forza nel loro complesso abitativo, ?dandosi ai saccheggi e minacciando fisicamente il personale di Msf?. Sono stati sparati colpi di arma da fuoco ma per fortuna non ci sono state vittime. L?organizzazione umanitaria, attiva a Dungu dal luglio 2001, sostiene di aver ricevuto in passato garanzie dalle varie fazioni impegnate nel conflitto per poter rimanere sul posto e continuare a far funzionare l?ospedale locale. Avendo i militari contraddetto alla parola data, Msf ha deciso di evacuare temporaneamente la propria équipe a Kampala, nella vicina Uganda, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sui recenti avvenimenti.


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