Mondo

Congo: rinviata l’azione di pace in di 216 europei

Mancano i requisiti minimi di sicurezza. L’Africa ancora una volta rimane sola

di Redazione

Improvviso ed ennesimo rovesciamento di scenario per l?azione internazionale di più di 200 pacifisti che dovevano partire per il Congo domani sera. Dopo giorni di attesa e di febbrili trattative con le autorità, ieri era giunta dall?arcivescovo di Kisangani mons. Laurent Pasinya Monsengwo la conferma della fattibilità del Simposio Internazionale per la Pace in Africa (Sipa) che doveva svolgersi dal 23 al 26 maggio nella martoriata città congolese. Stamane, invece, è stato lo stesso Arcivescovo ad avvertire a Padova don Albino Bizzotto di Beati i Costruttori di Pace, segreteria organizzativa del progetto, della sopravvenuta mancanza dei requisiti minimi di sicurezza per i partecipanti e per la popolazione locale. Lo stesso Arcivescovo aveva trattato con decisione fino alla fine con le autorità dell?RDC-Goma e direttamente con il governo rwandese perché l?iniziativa potesse svolgersi, dopo che gli scontri che la scorsa settimana, secondo stime non ufficiali, avrebbero causato la morte di circa 200 persone, molte delle quali civili. I partecipanti, quasi tutti italiani, che dovevano partire nella notte fra mercoledì e giovedì da Milano Malpensa, si ritroveranno comunque a Bologna domani pomeriggio a partire dalle ore 14 per impegnare in attività di sensibilizzazione e di sostegno alla popolazione congolese i giorni destinati all?azione di pace. Il via libera all?iniziativa era arrivato lunedì alle 16. Alle 21,30 un?ulteriore telefonata con mons. Monsengwo l?aveva riconfermato (rimanevano da chiarire alcuni dettagli con il governatore della città). Stamane alle 9 la telefonata che comunicava il rinvio, probabilmente a settembre. ?Siamo costernati – ha commentato don Albino Bizzotto ? abbiamo chiesto ai partecipanti di ritrovarsi comunque a Bologna presso il Villaggio del Fanciullo, con lo zaino come se dovessero partire per l?Africa. Non ci dispiace per noi, ma per la popolazione di Kisangani che tanto sperava in questa occasione di pace e soprattutto per la società civile e l?Arcivescovo che tanto hanno lavorato perché il Simposio si potesse tenere. La sete di pace dell?Africa ancora una volta è delusa e rischia di aprirsi per il Congo un altro periodo di guerra e violenza. La sofferenza di questo momento, deve però aiutarci a rimotivare il nostro impegno e la nostra disponibilità verso le vittime di questa guerra. Ci ritroveremo a Bologna con questo spirito. Con il consenso di tutti vorremmo concordare un programma di azioni che in qualche modo realizzino il SIPA in Italia?. ?E? necessaria un?azione di pace, non violenta e forte, per aiutare, ora, il cammino iniziato verso la pace con il dialogo intracongolese? commenta padre Silvio Turazzi, missionario saveriano che per molti anni ha vissuto in Congo, anche lui fra gli ideatori di questa azione di pace. ?La gente di Kisangani e di tutto il Congo vuole che il dialogo continui fino a stabilire uno Stato di Diritto. Ci sono chiare proposte anche dal Consiglio di Sicurezza dopo le missioni ONU nella Regione dei Grandi Laghi. Il diritto alla vita e il diritto alla pace, in Africa come altrove non sono problemi di un altro mondo, perché siamo una sola umanità. Così ci hanno insegnato alcuni Saggi africani. Il Simposio era stato voluto come strumento di pace e di dialogo offerto a tutti indistintamente. Non poteva essere un atto di forza, ma un incontro che orienta alla giustizia, alla sicurezza, alla dignità per tutti i popoli del Congo, del Rwanda e del Burundi. Questo è possibile nello spirito del dialogo e del perdono. Così era stato pensato ed era l?intento degli organizzatori. I fatti avvenuti negli ultimi giorni ci dicono che gli animi non sono ancora pronti. Resta la possibilità di un?azione forte e nonviolenta in Italia a favore della pace in Congo e nella Regione dei Grandi Laghi?.


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