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Congo: ong europee chiedono intervento Onu
Le Ong europee di Eurac chiedono un più deciso intervento delle truppe di interposizione dell'Onu nella Repubblica dem del Congo
La Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc) deve essere immediatamente ridispiegata nella città di Bukavu (RDC) per disarmare le truppe ribelli e chiedono il ritiro delle truppe rwandesi dal Congo.
A chiederlo con un appello al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono le Ong europee di Eurac (rete Europea per l’Africa Centrale), dopo la ripresa, soprattutto nell’ultima settimana, delle ostilità nella regione del Sud-Kivu della Repubblica Democratica del Congo.
“La caduta di Bukavu costituisce il colpo più grave inferto al processo di pace iniziato nel 2002, dopo una lunga guerra di cinque anni che ha fatto più di tre milioni di morti” dicono in un comunicato le ong.
Attive presso le popolazioni civili della regione dei Grandi Laghi Africani e membri di Eurac (rete Europea per l?Africa Centrale), le ong denunciano il colpo di forza da parte delle unità ribelli. “Siamo fortemente preoccupati per le molteplici testimonianze che ci giungono dalla zona, secondo le quali il Rwanda sarebbe direttamente e attivamente implicato al fianco dei ribelli attraverso l?invio di truppe e il rifornimento di armi e munizioni via il lago Kivu” denuncia il comunicato.
Le ong di Eurac puntano il dito anche contro la mancanza di efficacia delle Nazioni Unite (Monuc), “nonostante il mandato loro concesso secondo il capitolo VII che impone di soccorrere le popolazioni civili nel caso di un immediato pericolo e malgrado il numero delle unità combattenti di cui esse già dispongono”.
Eurac fa appello alla comunità Internazionale (e in particolare a Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Commissione Internazionale di Accompagnamento della Transizione, Paesi membri e Presidenza Irlandese dell?Unione Europea) chiedendo:
– di condannare i fatti di guerra intrapresi dagli ammutinati e loro alleati, identificando chiaramente le responsabilità dei differenti protagonisti,
– di ricordare che ogni crimine di guerra e contro il diritto umanitario sarà perseguito e condotto davanti alle giurisdizioni competenti, a livello sia nazionale che internazionale,
– di mettere a disposizione della Monuc tutti i mezzi necessari per fare rispettare l?embargo sulle armi,
– di esigere il libero accesso della Monuc a tutte le zone di combattimento e in tutte quelle dove si registra qualsiasi tipo di violenza.
Alla Monuc:
– di ridispiegarsi immediatamente su tutta la città di Bukavu, nei suoi dintorni e sulle vie di comunicazione.
– di disarmare le truppe dissidenti, per ristabilire il controllo e l?autorità del Governo di Unità Nazionale a Bukavu e dintorni,
– di arrestare i responsabili delle milizie dissidenti e i responsabili di ogni violenza esercitata nei confronti della popolazione civile, affinché siano poi giudicati.
Al Rwanda:
– di ritirare tutte le sue truppe dal territorio congolese e di cessare ogni sostegno (logistico, militare, ecc.) all?una o all?altra parte belligerante in RDC, conformemente agli accordi e agli impegni presi anteriormente (Accordo di Pretoria).
Ai Partner occidentali del Rwanda:
– di adottare delle misure appropriate (congelamento di versamenti di aiuti bilaterali, tale congelamento non concernendo quegli aiuti che andrebbero a beneficio diretto della popolazione) per sanzionare tale comportamento violento nei confronti delle popolazioni del Congo e della regione dei Grandi Laghi.
Al Governo di Unità Nazionale:
– di accelerare l?effettiva ripresa in mano delle province dell?Est, a cominciare dal Sud e Nord Kivu e in primo luogo dalla città di Bukavu, da parte delle autorità civili e militari da lui designate con il consenso dell’insieme delle parti che lo compongono.
Alle organizzazioni umanitarie e ai donatori di fondi:
– di fornire un?assistenza immediata alle persone rifugiate e sfollate in seguito ai recenti avvenimenti, sia in Congo come in Rwanda.
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