Welfare

Congo, Msf denuncia aggravamento violenze

Per far fronte all'emergenza, ha sottolineato Medici senza frontiere, gli aiuti attualmente inviati dovrebbero essere quanto meno triplicati

di Gabriella Meroni

In alcune province della Repubblica democratica del Congo (Rdc) il prolungarsi dello stato di guerra e le continue violenze sui civili hanno portato negli ultimi 12 mesi ad un deciso peggioramento della già critica situazione umanitaria. È quanto emerge da un rapporto di Medici senza frontiere (Msf) divulgato da Bruxelles (Belgio) e relativo ad un’indagine sul campo condotta per 1 anno in 5 province dell’ex Zaire. Tra le situazioni più gravi rilevate da Msf, organizzazione non governativa (Ong) vincitrice due anni fa del Premio Nobel per la pace, vi è quella registrata nell’Equateur (nordovest del Paese), dove si sono a lungo confrontate le truppe governative e quelle del Movimento di liberazione di Jean Pierre-Bemba. In alcune zone di quella provincia, infatti, la mortalità tra i bambini fino ai 5 anni di età è passata dal 3,6 per cento del periodo prebellico all’attuale 25 per cento. Il tasso di famiglie che hanno subito rapine e ruberie varia dal 37 all’80 per cento, con il conseguente impoverimento dei singoli nuclei familiari ma anche delle comunità alle quali appartengono. Per far fronte all’emergenza, ha sottolineato Msf, gli aiuti attualmente inviati dovrebbero essere quanto meno triplicati. Nel concludere l’Ong sanitaria ha chiesto quindi che l’Unione europea non condizioni l’erogazione di fondi all’avanzamento del processo di pace e sia più flessibile nell’approvazione e nel finanziamento dei progetti di aiuto. Il rapporto di Msf è stato ufficializzato in concomitanza con la conferenza sugli aiuti all’Rdc, indetta dalla Banca mondiale e attualmente in corso nella capitale belga.


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