Sono sconcertato! Più passa il tempo e più mi convinco che siamo in un mondo dove il “buon senso” non è di casa. Per favore, ditemi se sto farneticando? Come sapete, cari amici lettori di questo blog, le relazioni tra il governo di Kinshasa e Kigali sono tesissime per la recrudescenza bellica nel Nord Kivu dove a pagare il prezzo più alto è la povera gente che sta soffrendo pene indicibili. Ebbene, mentre la diplomazia europea, più di altre, sta disperatamente tentando di mediare nella grave crisi che attanaglia la Regione dei Grandi Laghi, è successo qualcosa di paradossale, oserei dire, inammissibile! Rose Kabuye, direttrice generale del protocollo presso la Presidenza della Repubblica Ruandese, è stata arrestata tre giorni fa a Francoforte sul Meno, dove si trovava in missione ufficiale per preparare una visita di Stato in Germania del presidente Paul Kagame. La donna è finita in carcere su esecuzione di un ordine di cattura internazionale emesso dalla magistratura francese, perché sospettata di coinvolgimento nell’assassinio di un predecessore di Kagame, Juvenal Habyarimana, la cui morte in un attentato aereo il 6 aprile del 1994 scatenò il genocidio che costò la vita a tantissima gente innocente. Per carità, l’attuale regime di Kigali avrà anche le proprie responsabilità in quella triste vicenda, ma era proprio questo il momento per arrestare la signora Kabuye? Scrivo questo proprio perché sono convinto che la diplomazia internazionale non dovrebbe subire interferenze di sorta nel pieno di una crisi che rischia di scatenare una guerra tra Stati. A nulla varrebbero i pronunciamenti di questa o quella corte se le cancellerie dovessero fallire la loro missione in cui è in gioco il destino della stremata popolazione del Kivu. Ebbene il provvedimento giudiziario francese ha fatto precipitare la tensione tra il Rwanda e l’Europa. Il governo di Kagame ieri ha infatti espulso l’ambasciatore tedesco a Kigali, cui è stato ordinato di andarsene entro domani, e al contempo ha richiamato in patria il proprio rappresentante a Berlino “per consultazioni”. Lo ha annunciato il ministro per l’Informazione ruandese, Louise Mushikiwabo, che è anche la portavoce del governo. Si tratta praticamente di una rappresaglia dichiarata per la vicenda della Kabuye,che mette a repentaglio non solo le relazioni tra Kigali e l’Europa, ma condiziona fortemente le trattative tra il Rwanda e il Congo, indebolendo il ruolo dei mediatori europei. Non a caso ieri la Commissione dell’Unione Africana ha diramato un comunicato ufficiale nel quale si stigmatizza “con sgomento e preoccupazione” l’arresto della signora Kambuye: alla quale, si sottolinea nella nota, considerate le circostanze in cui è stata arrestata sarebbe dovuta essere riconosciuta “l’immunità propria delle sue funzioni”. Ma era questo il momento di arrestare la signora Kabuye? Non voglio assolverla, sia ben inteso, ma ripeto: era questo il momento? Ma i giudici francesi, le autorità tedesche, questi signori si rendono conto che stanno mettendo in pericolo la vita della gente nel Kivu e nell’intera Regione dei Grandi Laghi?
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