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Congo/Kinshasa: stupri di massa e massacro di neonati
Un rapporto della Chiesa congolese denuncia l'orrore nella regione orientale della Repubblica democratica del Congo
Scuole trasformate in caserme, ospedali saccheggiati, chiese devastate dalle bombe, oltre 200mila persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni per sfuggire ai combattimenti. Sono questi i danni provocati dai combattimenti nella Diocesi di Butembo-Beni (nel Kivu, est della Repubblica Democratica del Congo) secondo un rapporto della Chiesa locale pervenuto all’Agenzia vaticana Fides.
Dal dicembre 2004, gli scontri nel Kivu coinvolgono i ribelli del RCD Goma (Unione Congolese per la Democrazia) ed elementi dell’esercito rwandese che si battono contro i soldati regolari inviati da Kinshasa. Dal rapporto emerge un vero e proprio saccheggio sistematico del territorio della diocesi, compiuto con meticolosa accuratezza. ”I centri sanitari hanno accolto i militari feriti, ma in seguito, sono stati saccheggiati sia dai soldati in fuga che da quelli inseguitori”, afferma il rapporto della diocesi di Butembo-Beni, secondo il quale da 14 presidi medici e sanitari è stato portato via di tutto: medicinali, materiale medico, materassi, pannelli solari, gruppi elettrogeni. Anche le abitazioni di medici e infermiere sono state saccheggiate”.
Per quel che riguarda le scuole, riferisce la Fides, il rapporto afferma che ”le scuole sono ora divenute caserme dei militari del RCD-Goma sostenuti dai militari rwandesi. Il materiale didattico è stato rubato. Le porte e le finestre distrutte, i banchi delle studenti sono stati usati come legna da ardere”. ”Le chiese sono state profanate- prosegue il documento- I tabernacoli Kanyabayonga e di Kasando sono stati demoliti.
Alcune chiese sono state colpite dalle bombe, porte e finestre sono state forzate. Sono stati rubati ornamenti e abiti liturgici, pannelli solari, strumenti musicali e diffusori acustici, pannelli solari, i registri degli uffici. Sono stati pure saccheggiati le case dei sacerdoti e i conventi delle religiose”. Alcune case religiose (il convento delle Suore della Compagnia di Maria di Kosando, il presbiterio di Kosando e quello di Kanyabayonga) sono state trasformate in caserme dei militari del RCD Goma.
Anche le sedi di diverse Organizzazioni Non Governative sono state completamente saccheggiate, riferisce l’agenzia vaticana Fides, così come ”le abitazioni private dei poveri abitanti della diocesi che hanno visto perduti i loro mezzi di sostentamento: negozi, mulini, farmacie, forni, depositi di farina, fattorie, campi. Tutto è stato devastato e saccheggiato”. I danni alle persone sono ancora più gravi. Donne costrette ad abortire durante la fuga, famiglie allo sbando, con diversi bambini che si ritrovano soli nei campi per rifugiati.
”La dignità umana- denuncia l’agenzia Fides- è stata gravemente lesa dagli stupri (donne e uomini senza distinzione di età). Un bambino di 8 mesi è stato ucciso a fucilate a Burambya. All’inizio delle ostilità, la popolazione civile è stata usata come scudo umano. Insomma, i diritti dell’uomo sono stati completamente calpestati” .
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