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Congo/Kinshasa: 2500 persone sotto protezione Onu nell’Ituri

Scontri violentissimi durante il week end avrebbero fatto nell'Ituri 16 morti tra i civili, che hanno deciso di mettersi sotto la protezione dei caschi blu

di Joshua Massarenti

Oltre 2500 abitanti di una località dell’Ituri, nel nordest della Repubblica democratica del Congo (Rdc), hanno chiesto protezione ai caschi blu della Monuc (Missione delle Nazioni Unite in Rdc) dopo che scontri molto violenti nel week end avrebbero fatto 16 morti. La notizia è stata resa nota dalla Monuc che cita testimoni diretti dei massacri secondo i quali vi sarebbero altre 34 persone, in maggioranza donne, che sono state rapite a oltre 200 abitazioni bruciate.

“Avevamo appena messo in sicurezza 120 persone, e ora ci ritroviamo in una situazione di urgenza umanitaria con 2500 persone giunte dalla zone di Tché” ha dichiarato il portavoce della Monuc Mamadou Bah. “Gli abitanti, alcuni dei quali feriti all’arma bianca, sono privi di acqua potabile e di viveri” ha poi aggiunto Bah, a detta del quale la Monuc ha iniziato a “portare loro acqua, squadre mediche in collaborazione con l’Unicef, la Caritas e l’Agro-action tedesca”.

Proprio per via del peggioramento della situazione, Bah ha invocato la necessità che “le autorità congolesi chiedano ai capi dei gruppi ribelli a cessare le violenze” nell’Ituri, già teatro di violenze nel 1999 tra comunità Hema e Lendu. Violenze che avevano all’epoca dei fatti provocato almeno 50mila morti.

Intanto, almeno secondo quanto riferisce Bah, la Monuc sta tentando di “riunire i capi delle comunità (Hema e Lendu) e i capi delle fazioni armate al fine di fermare le violenze”. Di recente, la Monuc aveva denunciato due delle sei milizie attive nell’Ituri di violenze perpetrate contro le popolazioni civili e che avrebbero spinto 12mila persone a spostarsi verso il Lago Alberto, alla frontiera con l’Uganda, e altre migliaia verso le aree settentrionali.

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