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Congo: folla inferocita contro sedi Onu. Testimoninanza dall’Avsi

Migliaia di persone inferocite hanno attaccato oggi sedi delle Nazioni Unite in almeno tre citta' della Repubblica democratica del Congo

di Paul Ricard

Migliaia di persone inferocite hanno attaccato oggi sedi delle Nazioni Unite in almeno tre citta’ della Repubblica democratica del Congo mentre erano in corso manifestazioni di protesta per i combattimenti nell’est. Lo ha detto personale dell’Onu. Un responsabile militare, il colonnello Clive Mantell, ha detto alla Reuters che la folla ha attaccato uffici dell’Onu a Kindu, nel centro del paese, e a Lubumbashi, nel sud. Inoltre guardie di un compound dell’Onu hanno sparato e ucciso due saccheggiatori che avevano preso di mira un deposito a Kinshasa mentre manifestanti stanno cercando di entrare in una sede a Kisangani (nordest). Furiosi per i combattimenti nella citta’ di Bukavu che minacciano il fragile processo di pace nel paese, migliaia di congolesi hanno preso di mira la forza Onu incaricata di controllare il processo sul terreno. Ieri centinaia di persone avevano attaccato il quartier generale dell’Onu a Kinshasa ma oggi erano diventate piu’ di cinquemila, che hanno distrutto auto e bruciato pneumatici. Alcuni manifestanti chiedono le dimissioni del capo della missione Onu in Congo (Monuc), William Swing, che accusano di complicita’ con le forze ruandesi. Kinshasa accusa il Ruanda di aver aiutato gli ex ribelli congolesi a conquistare Bukavu, nell’est del paese. testimonianza di Edoardo Tagliani , cooperante AVSI nella Repubblica democratica del Congo Ore di paura e di incertezza in tutta le regione del Kiwu, nella Repubblica democratica del Congo, a causa dell?improvviso inasprirsi delle tensioni etniche a Bukavu. Da circa sette giorni, infatti, nel grande centro che è anche il capoluogo del Sud Kivu, sono ripresi gli scontri a fuoco. Le milizie congolesi hanno trasferito oltre confine molte famiglie di Banyamulenge (tutsi) e per tutta risposta i le divise di Kigali hanno reagito occupando e saccheggiando alcuni quartieri della città. Dopo 48 ore di calma apparente (venerdì e sabato scorsi) nella serata di ieri sono ripresi i combattimenti, non più in centro città ma all?aeroporto che si trova a circa 30 chilometri da Bukavu. Questo è probabilmente stato il pretesto per l?azione di forza che questa mattina, intorno alle 9, un gruppo di militari ufficialmente non identificato, ha messo in atto in un altro aeroporto, quello di Goma, capitale del Nord Kivu, dove il clima era già teso da settimane per cause politiche (nomina del Governatore della Provincia) ed era ulteriormente peggiorato per i fatti di Bukavu. Soldati trasportati da camion con targa rwandese e ugandese hanno rapidamente circondato la torre di controllo e la pista di Goma, bloccando di fatto tutti i voli in entrata e in uscita e prendendo in ostaggio una folta delegazione del governo centrale di Kinshasa che era da poco arrivata in città e che stava per ripartire proprio alla volta di Bukavu per cercare una soluzione diplomatica alla crisi. I rappresentanti della Capitale (tra cui pare ci sia anche uno dei vicepresidente, sebbene la notizia non sia stata confermata da nessuna fonte ufficiale) sono stati trasferiti al quartier generale della Monuc dove i militari irregolari hanno preteso di intavolare lunghe trattative. La città ha reagito con una crisi di panico generale. In strada si sono riversate migliaia di persone: scuole deserte, negozi chiusi, uffici abbandonati. Nel pomeriggio la situazione è migliorata e l?aeroporto è stato riaperto. Non si conoscono i particolari del dialogo tra la missione Onu in Congo e i ?ribelli? non identificati (nonostante tutti abbiano un?idea precisa sulla nazionalità del commando che ha messo in atto l?operazione, il Governatore del Nord Kivu e il comandante dell?ottava Regione Militare ? da cui dipendono appunto le milizie della zona ? si sono affrettati a smentire qualsiasi loro implicazione, informando i pochi mass media che si trattava probabilmente del gesto isolato di un ufficiale). La città, verso sera, ha ripreso timidamente a vivere. Tutte le radio restano sintonizzate su Bukavu. Al di là dei comunicati ufficiali, a torto o a ragione, Goma resta convinta che le sue sorti dipendano in gran parte dalle prossime ore del Sud Kivu. Goma, 1 giugno 2004 Di Edoardo Tagliani , cooperante AVSI nella Repubblica democratica del Congo E? rientrata l?emergenza scoppiata ineri in seguito all?occupazione dell?aeroporto da parte di alcuni militari irregolari che per tutto il giorno hanno bloccato i voli e tenuto in ostaggio una delegazione governativa di Kinshasa (in transito a Goma per raggiungere Bukavu). In serata c?è stata distensione e i soldati hanno abbandonato la torre di controllo. Questa mattina, dopo una notte di trattative, alla delegazione della Capitale verrà permesso di proseguire vero il capoluogo del Sud Kivu. Le strade di Goma hanno ripreso il loro aspetto di sempre. Scuole, uffici e negozi hanno aperto le serrande. Del panico di ieri non c?è più traccia, anche se persiste l?inquietudine di tutti, un?inquietudine che si manifesta sotto forma di migliaia di radio accese tutte sullo stesso canale, unico modo per ottenere informazioni su Bukavu. E? infatti di queste ore la notizia che proprio a Bukavo il conflitto è tornato ad inasprirsi. Dopo la firma di un cessate il fuoco (ottenuta grazie alla mediazione di Monuc), nella tarda serata di ieri sono ripresi gli scontri nella periferia della città. Le sporadiche notizie del momento, dicono che anche questa mattina, a Bukavu non si cessa di sparare. Le traversie di Goma paiono sempre più un riflesso dei problemi del sud. E? là che si gioca un?importante partita per le immediate sorti di tutta la regione del Kivu. I PROGETTI DI AVSI nella R.d. del CONGO: Walikale (Repubblica democratica del Congo) Otto campi di coltivazione ?comunitari?, tonnellate di sementi e di attrezzi, più di 3.000 famiglie coinvolte. Queste le cifre del progetto Avsi (finanziato da ECHO, l?agenzia per i progetti d?urgenza della Comunità Europea) che ha preso il via nelle scorse settimane a Walikale. Già impegnata in una vasta zona del Nord Kivu, Avsi ha deciso di intervenire anche in quella che è una delle province più problematiche dell?intera regione dei Grandi Laghi, nella parte nord orientale della Repubblica Democratica del Congo. Il territorio di Walikale, coperto quasi interamente dalla foresta, è da anni isolato dal resto dell?Africa. Le tre grandi strade che conducevano alle province vicine (verso sud a Bukawo, verso est a Goma e verso nordovest a Kisangani), sono quasi del tutto impercorribili. La guerra che è terminata da pochi mesi e l?inarrestabile avanzata della vegetazione equatoriale, hanno cancellato ogni speranza di comunicazione, bloccando di fatto qualsiasi attività commerciale. La logistica risulta dunque la difficoltà più grande anche per le organizzazioni umanitarie: tutti i materiali (anche i più semplici, come chiodi, zappe, rastrelli, carriole) devono essere aviotrasportati da Goma con collegamenti aerei irregolari, costosi e strettamente legati instabili alle condizioni meteorologiche della zona. Anche la questione ?sicurezza? rimane sospesa ad un filo. La provincia è ancora invasa dai militari, molti dei quali hanno un?età compresa tra i 10 e i 13 anni. I due eserciti che sino a qualche mese fa hanno combattuto per il possesso del territorio (ex-Rcd ed ex-MayiMayi) convivono oggi negli stessi spazi, rispettando il cessate il fuoco proclamato da Kinshasa. Nonostante questo, il progetto di ?sicurezza? alimentare di Avsi, ha preso il via rispettando i tempi previsti. Sono otto i villaggi dove sorgeranno i campi per la coltivazione di verdure e legumi: Walikale, Bilobilo, Boboro, Njingala, Birwe, N?dofia, Gnasy e N?gora. La maggior parte di questi piccoli centri abitati, da anni non registrava la presenza di nessuna associazione umanitaria internazionale. Oggi, nell?intera provincia, lavorano soltanto Avsi ed Msf Holland. Entro la fine del mese di maggio, si dovrebbe concludere la semina. Nel frattempo, sono in corso le distribuzioni di attrezzi e sementi a tutte le famiglie con bambini malnutriti che vengono periodicamente dimessi dal centro nutrizionale di Msf. AVSI IN CONGO ? Emergenza educazione Interessa 25 scuole, 240 insegnanti e 5.000 studenti la distribuzione di materiale didattico che AVSI sta compiendo questa settimana, con un finanziamento Unicef, nel territorio di Walikale (provincia del Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo). L?isolamento del grande zona il cui capoluogo è appunto Walikale, ormai dura da anni ed ha ridotto in condizioni drammatiche tutti gli istituti scolastici. Gli edifici che ospitano le classi sono in gran parte distrutti, senza porte, finestre, con tetti provvisori costruiti con foglie di palma. La gran parte delle scuole non ha accesso ad acqua potabile ed è dotata di servizi igienici in condizioni decisamente precarie. All?interno delle aule spesso mancano banchi, sedie, lavagne. Molti alunni non hanno né quaderni né penne e partecipano alle lezioni solamente ascoltando. I professori scarseggiano e non hanno modo di aggiornarsi periodicamente, di ottenere informazioni chiare sui programmi ministeriali, di accedere ai normali materiali necessari per la docenza come libri, registri e quant?altro. La prima distribuzione, quella attualmente in corso, riguarda i kit per scolari e professori. Gli alunni riceveranno quaderni, penne, matite colorate, gessetti, lavagnette, gomme, righelli ed altri piccoli articoli di cancelleria che consentiranno loro di soddisfare almeno i bisogni essenziali legati all?apprendimento.


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