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Congo: cosa fa l’Italia?

Il sottosegretario agli esteri Alfredo Mantica risponde alle associazioni che chiedono alla comunità internazionale di sostenere il processo di pace

di Emanuela Citterio

L’associazione Beati i costruttori di pace si è fatta promotrice insieme ad altre organizzazioni umanitarie di un appello di sensibilizzazione della comunità internazionale e del nostro governo per la pace nella Repubblica democratica del Congo. L’appello ha ricevuto risposta dal sottosegretario agli affari Esteri senatore Alfredo Mantica.
“Segnalo che il Governo italiano, nell’ambito dell’Unione Europea, sta svolgendo un’azione assidua per aiutare il Paese ad uscire dalla situazione di crisi in cui si trova da diversi anni” esordisce Mantica.
“A tale proposito, abbiamo appoggiato l’invio della missione militare dell’Unione Europea denominata Artemis, che ha assolto in pieno il proprio mandato nella città di Bunia, capoluogo della provincia dell?Ituri, e sta ora assistendo la Forza di Pace delle Nazioni Unite (MONUC) a prendere le consegne e garantire la sicurezza dell?intera provincia”.

“La formazione del Governo Transitorio di Unità Nazionale avvenuta lo scorso 30 giugno segna una tappa di estrema importanza nel processo di pacificazione del Paese e dell’intera regione dei Grandi Laghi” continua Mantica. “L’Unione Europea ha ribadito nei mesi scorsi la propria volontà di sostenere il Governo Transitorio con delle concrete iniziative che lo aiutino a raggiungere gli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Pace di Pretoria, in particolare l’organizzazione delle elezioni e la ristrutturazione dell’apparato statale. Il Consiglio dell’Unione Europea si è espresso in tal senso nella sua sessione del 21 luglio, ribadendo la propria disponibilità a sostenere il nuovo corso della politica congolese”.

“Il Rappresentante Speciale dell?Unione Europea per la regione dei Grandi Laghi, Aldo Ajello, si è recato nella RDC nel corso della prima settimana di settembre” informa il sottosegretario, “traendo un?impressione positiva dell?evoluzione della situazione politica a Kinshasa. Egli ha altresì sottolineato la perdurante instabilità delle regioni orientali, il cui superamento passa però necessariamente dal consolidamento del processo di pace e delle Istituzioni transitorie”.

“Io stesso recandomi nella regione dei Grandi Laghi lo scorso aprile ho constatato la complessità dei problemi esistenti nel Paese” ammette Mantica “ma ho anche rilevato la volontà da parte della maggioranza degli attori politici congolesi di adoperarsi al fine di trovare una via di uscita alla crisi. Si tratta da parte nostra di incoraggiare tale volontà politica contro le resistenze che vengono frapposte”.

Mantica individua due condizioni preliminari che dovrebbero essere realizzate per assicurare una reale pacificazione della Repubblica Democratica del Congo e nell’intera regione dei grandi Laghi. “In primo luogo, deve essere favorita la concreta realizzazione dell?unità territoriale del Congo.In secondo luogo, è necessario garantire la sicurezza delle frontiere degli Stati confinanti con la Repubblica Democratica del Congo. Tale obiettivo sarà il principale oggetto di discussione della Conferenza di Pace della regione dei Grandi Laghi, alla cui organizzazione sta lavorando il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell?ONU per la regione dei Grandi Laghi Ibrahima Fall, il quale ha già avviato contatti preliminari con i governi dell?area in vista della possibile convocazione della Conferenza. L’Unione Europea sarà attivamente presente accanto alle Nazioni Unite e all?Unione Africana nel sostenere tale iniziativa, che darebbe una cornice regionale ai processi di pace in corso”.

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