Welfare

Congo, all’ospedale servono acqua e luce

Il nosocomio coloniale di Kimbau è stato rimesso in piedi. Ma la rivoluzione di Kabila ha reso gli abitanti così poveri che devono pagare le visite con prodotti agricoli

di Redazione

A Kimbau, nella regione del Bandundu (Repubblica democratica del Congo, ex Zaire), sorge un ospedale di epoca coloniale. In rovina, è stato rimesso in piedi e riaperto dall?AiFo su sollecitazione del vescovo di Kenge. Nel 1991 i volontari della ong bolognese avviarono il primo intervento di sanità pubblica per permettere al più alto numero di persone l?accesso ai servizi sanitari. Le missioni da loro precedentemente effettuate avevano riscontrato una grave situazione sanitaria, con una forte diffusione di malattie quali filarosi, malaria, oncocerosi, tubercolosi, anemie oltra a una grande abbondanza di parassiti del sistema intestinale.
Per ridurre la mortalità della zona e migliorare subito la situazione igienica, l?AiFo mise a disposizione della popolazione un medico, un infermiere e un fisioterapista, incaricati anche di occuparsi della formazione sanitaria di nuovo personale locale e della riqualificazione di quello (poco) esistente. Però, con lo scoppio della guerra civile nell?allora Zaire, l?AiFo fu costretta a evacuare i propri volontari e solo nel luglio 1994 fu possibile ritornare a Kimbau.
La dottoressa Chiara Castellani (che è attualmente sul posto), fra mille difficoltà, iniziò a rimettere in moto ciò che era stato abbandonato precipitosamente.
L?AiFo, per il 1998, si è impegnata a finanziare l?allacciamento idrico e elettrico dell?ospedale. La recente ?rivoluzione? che ha portato al potere Laurent Desiré Kabila non ha provocato vittime a Kimbau, ma la popolazione è diventata così povera da non riuscire neanche a pagare le 400 lire della cartella clinica. Ai pazienti viene fatto credito, o pagano con prodotti agricoli.
Progetto: AiFo-R.d. Congo, c/c postale 7484, causale ?Sanità di base a Kimbau?. Donazioni deducibili fino al 2 per cento del reddito imponibile.
Informazioni: Associazione italiana Amici di Raoul Follereau, via Borselli 4-6, 40135 Bologna. Tel. 051/433402; fax. 051/434046.

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