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CONFLITTI. Gli obiettivi del Tavolo interventi civili di pace

La piattaforma, formata dagli enti italiani che promuovono la nonviolenza nei luoghi di conflitto, si è riunita il 21 e 22 novembre a Roma. Ecco la bozza del documento finale

di Daniele Biella

Il Tavolo “Interventi civili in zone di conflitto” è nato nel 2007 come luogo di dialogo tra Ministero degli Affari Esteri e ONG, associazioni e reti che chiedevano riconoscimento istituzionale e valorizzazione del loro operato. Si propone come luogo di dialogo con le Istituzioni e di coordinamento della società civile italiana che interviene in zone di conflitto, all’Italia e all’estero, nella promozione della pace e nella cooperazione internazionale. Proprio in questo momento, alcuni gruppi pacifisti della società civile italiana sono impegnati in Palestina e Libano, nei Balcani e in alcuni paesi dell’Africa.   

La piattaforma intende promuovere interventi di operatori professionali e volontari che, con pari dignità, contribuiscono a prevenire e trasformare i conflitti nelle diverse declinazioni del peacebuilding. Gli operatori intervengono come terza parte in attività di mediazione, riconciliazione, accompagnamento nonviolento, monitoraggio dei diritti umani e dei processi elettorali, empowerment della società civile in zone di conflitto, solo se sollecitati da attori e associazioni locali che sono i veri artefici della trasformazione.

Le associazioni del Tavolo Interventi Civili in zone di conflitto scelgono di non lavorare congiuntamente con apparati militari, né accettare protezione armata, per mantenere autonomia nell’azione nonviolenta.

Gli obiettivi del Tavolo si articolano su quattro livelli:

  1. lavorare perché le Istituzioni statali ed europee promuovano interventi civili e di peacebuilding;
  2. ottenere un  riconoscimento politico e una voce di finanziamento pubblico degli interventi civili di pace da parte delle istituzioni politiche italiane;
  3. sostenere e migliorare gli interventi civili per la pace in aree di conflitto di ONG, associazioni e reti;
  4. promuovere la cultura della nonviolenza attiva e sensibilizzare l’opinione pubblica italiana su modalità e pratiche degli Interventi Civili di Pace.

Il Tavolo si dirige con proposte specifiche ai seguenti interlocutori:

·               al governo e alle istituzioni dello Stato, in particolare Ministero degli Esteri e Ufficio Nazionale del Servizio Civile, con i quali siamo interessati a mantenere uno spazio formale di dialogo, per ribadire l’importanza degli Interventi Civili di Pace.

·               agli enti locali italiani, interlocutori privilegiati per il sostegno alla formazione professionale degli operatori e l’avvio dei progetti pilota di Intervento Civile di Pace nell’ambito della Cooperazione decentrata;

·               al mondo della ricerca e della formazione, per favorire il dialogo tra formazione accademica, professionale e educazione non formale offerta per operatori di pace, e progettare la costituzione di un Istituto Nazionale di Ricerche e Studi per la Pace, il Disarmo e la Prevenzione dei Conflitti;

·               ai giornalisti e ai media, per promuovere una maggior informazione rispetto ai tematiche della pace e della solidarietà internazionale;

·               alle varie forme aggregative e singolarità della società civile attiva, per sensibilizzarla sugli Interventi Civili di Pace e per ascoltarne le sollecitazioni e le sensibilità sul tema della pace.

Il tavolo italiano degli Interventi Civili di Pace raccoglie associazioni, ONG e reti italiane che in questi anni hanno sperimentato e promosso forme di intervento nonviolento nei luoghi di conflitto:

Associazione per la pace, Servizio Civile Internazionale, Un Ponte per…, Centro Studi Difesa Civile, Rete Lilliput, Archivio Disarmo, IPRI-ReteCCP, Operazione Colomba, Centro Sereno Regis, Pax Cristi, Tavola della Pace, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Arcs, Operatori di pace Campania, Beati Costruttori di pace, Libera, Peace Brigades International – sezione italiana, Fondazione Langer, Centro Gandhi Edizioni, Rete Caschi Bianchi, Caritas, Berretti Bianchi, Mondo senza Guerre, Associazione Obiettori Nonviolenti, Movimento Internazionale di Riconciliazione.


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