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CONFLITTI. A Gaza vietata la conferenza internazionale
All'ultimo momento il governo israeliano non concede l'ingresso ai 120 partecipanti stranieri della Conferenza internazionale sul tema assedio e salute mentale nella Striscia. Si stava preparando da un anno. Avrà luogo comunque
Una conferenza sul tema dell’assedio che finisce vittima proprio dell’assedio. Succede nella Striscia di Gaza, dove, da almeno un anno e mezzo, per gli internazionali è quasi impossibile entrare, se non per emergenze umanitarie o iniziative eclatanti come quella delle due barche di pacifisti dello scorso agosto. La Striscia è controllata dall’Idf, Israeli defence forces, l’esercito israeliano, e della loro intransigenza hanno fatto le spese i 120 partecipanti stranieri alla conferenza internazionale Assedio e salute mentale…Muri contro ponti, programmata per oggi e domani a Gaza City, appunto.
Gli invitati sono ricercatori d’alta fama, accademici, esperti nel tema salute mentale, 25 dei quali hanno fatto studi appositi sulla Striscia da presentare per l’evento, organizzato dall’associazione Gcmhp, Gaza community mental health programme. Ma nessuno di loro riuscirà oggi ad arrivare a Gaza city: sono rimasti tutti a Ramallah, in Cisgiordania, perchè Israele ha vietato loro l’accesso nella Striscia.
La disperazione degli organizzatori, che hanno preparato questa conferenza per almeno un anno, è tanta: “È una macabra ironia quella che ci obbliga a stravolgere lo svolgimento di una conferenza sull’assedio proprio perchè quelli che riteniamo assedianti si sono dimostrati tali”, dice Husam El-Nounou, portavoce del Gcmhp. Happening stravolto ma non annullato, comunque: la soluzione è una videoconferenza tra le due città di Ramallah e Gaza city. “La conferenza avrà luogo, ma siamo comunque scioccati per quanto successo”, continua il portavoce dell’associazione, “da noi i muri stanno trionfando sui ponti, purtroppo. E queste azioni sono un blocco alla libertà di parola, di dialogo ed educazione”.
Fino all’ultimo gli organizzatori hanno tentato di far cambiare idea al governo di Tel Aviv, anche organizzando una conferenza stampa pubblica ieri e una manifestazione pacifica nei pressi del checkpoint del valico di Erez, punto cruciale d’accesso alla Striscia. Ma nessun cambiamento dell’ultim’ora: il divieto è rimasto. “Se possono imporre l’assedio sui nostri corpi, non possono farlo sulle nostre menti e sulla volontà di interagire con il resto del mondo”, continua il portavoce dell’associazione. La cui azione non vuole nessun tipo di scontro: “Il nostro obiettivo è e rimane uno solo: svegliare le coscienze sulla catastrofica emergenza umanitaria che si è creata nella Striscia di Gaza, diretta conseguenza dell’assedio in atto”.
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