Sostenibilità

Confindustria, un eco manifesto dai giovani imprenditori

Presentato ieri a Roma e che nelle intenzioni del Presidente uscente, Edoardo Garrone, dovrà essere la base per la politica delle future gestioni

di Redazione

Negano di essere ambientalisti e no global i giovani imprenditori di Confindustria, eppure il loro manifesto per l’ambiente presentato ieri a Roma e che nelle intenzioni del Presidente uscente, Edoardo Garrone, dovra’ essere la base per la politica delle future gestioni, riprende molti temi e punti cari ai movimenti antiglobalizzazione. Dal principio del ”Chi inquina paga” alla proposta, in materia di biotecnologie, di cedere i brevetti a costo fortemente ridotto ai paesi piu’ poveri o di creare un fondo alimentato da una parte dei proventi dell’industria farmaceutica internazionale e destinato alla promozione di iniziative di carattere umanitario. All’evitare ”alle generazioni future di sostenere i costi di un modello contrario ai principi dello sviluppo armonico”. Chiedono una politica energetica nuova, i giovani imprenditori promuovendo la realizzazione di un mercato liberalizzato privo di operatori dominanti ma allo stesso tempo appoggiano convinti l’idea di risparmio energetico ”rivolto sia ai singoli cittadini sia alle attivita’ produttive con l’obiettivo di diffondere la consapevolezza della limitatezza delle risorse del pianeta”. Il documento interviene anche nel settore dei trasporti evidenziando, alla maniera degli ambientalisti piu’ puri, ”lo squilibrio a favore della strada contro il trasporto su ferro. Quando – spiegano i giovani industriali – negli altri paesi europei le cifre sono nettamente diverse: 85,6% del trasporto merci su gomma in Italia rispetto al 75% della Francia e al 66,2% della Germania”. Altra voce importante evidenziata nel documento e’ quella della climatizzazione degli edifici, che, ricordano gli imprenditori, ”da sola costituisce circa la meta’ del fabbisogno energetico per uso civile, settore in cui sono possibili interventi correttivi di varia natura”. Ma e’ soprattutto in materia di protocollo di Kioto che i giovani imprenditori chiedono l’impegno piu’ grande: ”I responsabili politici europei devono svolgere un ruolo di traino per la soluzione dell’emergenza ambientale e spingere gli Stati Uniti, cosi’ come i grandi paesi emergenti, Cina e India, ad adottare una cultura del limite: gli Usa – ricorda il documento – consumano il 26% della produzione mondiale di petrolio e producono il 24% dell’anitride carbonica del pianeta, pur avendo meno del 5% della popolazione mondiale”. Dunque riduzione concertata nella produzione di CO2 e politiche industriali di risparmio energetico ”dovranno diventare obiettivi da perseguire in modo proattivo da parte dei paesi che rivestono maggiori responsabilita’ sulla scena internazionale”.


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