Volontariato

Confindustria mette al bando l’idea “call center”

La proposta di Assotelecomunicazioni

di Redazione

‘E’ tempo di abolire l’espressione infelice di ‘Call Center’ che richiama un concetto riduttivo di organizzazione di persone che rispondono solo a chiamate telefoniche, per motivi di richiesta di informazione oppure di assistenza tecnica”. E’ quanto si legge in una nota di Assotelecomunicazioni, l’associazione delle aziende di tlc aderenti a Confindustria, che replica ad una intervista del senatore della Margherita Treu pubblicata oggi sul ‘Corriere della Sera’ che ”contiene un’espressione sconcertante all’indirizzo dei centri di assistenza alla clientela” e cioe’ che ”sono una forma pezzente e demenziale di capitalismo”.

Assotelecomunicazioni spiega di dover ”ritenere che tale frase non rifletta ne’ il pensiero ne’ le convinzioni del Senatore Treu, osservatore ed esperto riconosciuto di questa materia” e desidera ”ricordare l’estremo valore, di servizio alla clientela e professionale, del lavoro svolto dai centri di assistenza”. L’espressione ‘call center’ insomma richiama ”un modello che appartiene ad un passato che non ha piu’ attualita’ nelle condizioni di mercato odierne.

I moderni centri di assistenza alla clientela -prosegue Asstel- sono organizzazioni indispensabili al funzionamento di tutte le attivita’ di servizio, telecomunicazioni in primis, ma anche trasporti, servizi bancari ed assicurativi, pubblica amministrazione e servizi di consulenza in generale”. ”Sono vere organizzazioni imprenditoriali di erogazione di servizi complessi alla clientela finale e per la promozione commerciale, motori di sviluppo e di creazione di valore per le aziende che ne fanno uso, come elemento essenziale del loro modello operativo di impresa”. Assotelecomunicazioni ”si adoperera’ per affermare una cultura del servizio basata sulla qualita’ e sulla professionalita’ degli addetti alla assistenza alla clientela come premessa per uno sviluppo organico e non conflittuale di un settore di attivita’ economica di grandi potenzialita’ ed essenziale per l’evoluzione del settore dei servizi in Italia”.


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