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Conferenza sul volontariato. Cambia la legge

Ad Arezzo associazioni e governo discutono su un quadro normativo più adeguato ai tempi e alle trasformazioni sociali. I volontari chiedono più ascolto.

di Barbara Fabiani

Si è aperta l?11 ottobre la IV Conferenza sul volontariato. La discussione è centrata sul destino del volontariato, definito in questi dieci anni dalla legge 266. Dal ministero del Welfare è stata presentata una proposta di riforma, elaborata con l?Osservatorio sul volontariato, nella convinzione che in un decennio il settore abbia subito grandi trasformazioni. «Il testo presentato aggiorna la legge quadro ma non la stravolge», commenta favorevolmente Nilla Manzi Gavazza, presidente di Convol, la Consulta del volontariato, preoccupata di un «intervento troppo profondo nella legge vigente che può risultare pericoloso, in questi tempi di grande confusione sul ruolo del volontariato». Un testo, comunque, che ha accolto alcune importanti novità come l?istituzione dei registri nazionali per le associazioni di secondo e terzo livello, ovvero quelle nazionali e le federazioni. Si ribadisce la centralità della gratuità del lavoro volontario, seppure con alcune residue ambiguità che derivano dal tentativo di definire i criteri con cui stabilire i rimborsi spesa. Un aspetto su cui le associazioni chiedono di poter ancora discutere. Ma ci sono anche altre preoccupazioni specifiche, come quella riguardate la ?democraticità dell?organizzazione? per la quale sarebbe prevista la possibilità di una deroga da parte del ministro del Welfare per alcune specifiche situazioni. Forse il riferimento è a quelle associazioni particolarmente numerose per le quali stabilire dei procedimenti di democrazia diretta, come l?elettività delle cariche, è oggettivamente complicato. «Ma in questo caso devono intervenire i singoli regolamenti delle associazioni. Prevedere delle deroghe a una cosa come la democraticità di un?associazione ci sembra inammissibile», aggiunge la Gavazza. Decisamente meno conciliante il giudizio di Maria Guidotti, presidente dell?Auser, che del testo presentato sottolinea soprattutto la mancanza di un vero percorso partecipativo nella sua messa a punto. Inoltre, nella proposta di riforma mancherebbero dei cambiamenti caldeggiati dalle associazioni come la possibilità per i centri di servizio per il volontariato di finanziare dei progetti. La Guidotti si lamenta soprattutto della natura stessa di questa quarta assemblea, dove le associazioni sarebbero state chiamate a fare da spettatrici passive a un affollato tavolo di ministri. Un?opinione condivisa da molti. Si muove, intanto, anche l?opposizione nel proporre alle associazioni una bozza di riforma della 266/91. Il testo mira ad avvicinare il volontariato alle associazioni di promozione sociale. Lucà e Fioroni (primi firmatari) hanno presentato anche un?interrogazione parlamentare proprio sull?organizzazione della Conferenza. Troppi ministri pochi volontari, lamentano.


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