Sostenibilità

Conferenza Onu sulla Biodiversità: appello di Greenpeace

La 7ma Conferenza che ha l'obiettivo di salvaguardare la vita sulla terra e nei mari apre oggi a Kuala Lumpur. Durerà due settimane

di Benedetta Verrini

Apre oggi a Kuala Lumpur la Conferenza Onu sulla Biodiversità: Greenpeace ha lanciato un appello urgente ai delegati: i governi del mondo devono vietare il taglio degli alberi e la pesca industriale che minano le grandi aree forestali incontaminate e gli ecosistemi marini più sensibili, fino a quando non sia stata creata una rete di aree protette rappresentativa di tutti gli ecosistemi. La 7° Conferenza della Convenzione sulla Biodiversità, che si apre oggi, durerà due settimane. Greenpeace ha già denunciato le operazioni di taglio illegale di legno in Asia, i piani per distruggere le foreste della Patagonia in Cile e il massacro dei delfini nel Nord Atlantico. L’organizzazione sottolinea che le foreste primarie sono il rifugio di circa l’80% delle specie animali e vegetali. Milioni di indigeni, la loro esistenza, la loro cultura dipendono da queste foreste. Ma le foreste primarie non rappresentano solo beni e servizi per le popolazioni locali. Queste foreste forniscono anche acqua dolce a milioni di persone che vivono in città lontane da esse. Questi ecosistemi mantengono i cicli biologici ed idrologici ad un livello globale. Molti farmaci sono basati su risorse e specie che provengono dalle foreste primarie e molti di questi principi attivi sono ancora sconosciuti, mentre stiamo già perdendo le foreste e le specie che ospitano. Si sta distruggendo anche la vita negli oceani, questo enorme ecosistema che una volta pensavamo essere inesauribile è vicino al collasso, avverte Greenpeace: il 90% degli stock ittici è colpito dal sovrasfruttamento, dai pesci spada ai tonni, dai merluzzi alle razze. La “Rainbow Warrior”, mitica nave di Greenpeace, si trova attualmente in Indonesia per documentare il taglio illegale delle foreste. “I governi del mondo devono assicurare un futuro alle foreste e agli oceani del mondo e alla vita che da loro dipende. I governi devono mantenere fede al loro impegno di fermare la perdita di biodiversità entro il 2010”, spiega Sergio Baffoni, campagna foreste di Greenpeace.


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