Famiglia

Conferenza Infanzia, è l’ora di ripensare tutto il sistema

Il 27/28 marzo Bari ospiterà la quarta Conferenza Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza. Arianna Saulini (Gruppo CRC) fa il punto sui temi caldi che andranno affrontati

di Sara De Carli

La povertà minorile certamente è la priorità. Poi la scuola, in senso lato, includendovi cioè la dispersione, i Neet e i servizi per la prima infanzia. Ma forse varrebbe la pena anche chiedersi se ha senso continuare a mantenere in piedi Piano Infanzia e Osservatorio per l’Infanzia, ovvero il sistema che sulla carta doveva garantire alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza un approccio organico, sistematico, complessivo.  Arianna Saulini è portavoce del Gruppo CRC, un network composto da 82 soggetti del Terzo Settore che da tempo si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e che ogni anno stila un rapporto per fare il punto su quanto in Italia sia data concreta attuazione alla Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) dell’Onu: Saulini parteciperà alla prossima Conferenza Nazionale sull’Infanzia e l’Adolescenza, in programma a Bari per il 27/28 marzo (qui il programma), intitolata "Investire sull'Infanzia".

Covocata dal Governo Letta, annunciata lo scorso 20 novembre, arriva quasi tre anni e mezzo dopo la Conferenza di Napoli (novembre 2009) e si tratta del quarto appuntamento nazionale dedicato all’Infanzia. La Conferenza giunge in un momento in cui il welfare è andato progressivamente riducendo attenzioni e soldi per l’infanzia, a cominciare dal Fondo ad essa dedicato, ridotto anche quest’anno del 22%, ma che – precisa Saulini – «va comunque a finanziare le iniziative di sole 15 città riservatarie. Il punto è che nell’unico fondo delle politiche sociali non è dato sapere quanti soldi sono ogni anno destinati all’infanzia».

Che la Conferenza ci sia «è un segnale positivo ed è particolarmente interessante il fatto che arrivi all’inizio di un Governo che dice di puntare molto sull’infanzia e che il premier stesso sia dato come partecipante: sarebbe la prima volta», dice la Saulini. Quello che preoccupa, però, è che «l’avvicinarsi della Conferenza non sia stato accompagnato dalla riconvocazione dell’Osservatorio per l’Infanzia e l’Adolescenza, scaduto nell’autunno 2012. Il Governo Letta ha fatto le nomine, ma non c’è stato tempo per riconvocarlo. Il problema però è che alle politiche per l’infanzia mancano i soldi e manca soprattutto una continuità. Non esiste nessuna cornice politica coerente e complessiva». Quella cornice sulla carta la dovrebbe dare ogni due anni il Piano Infanzia, ma dal 1997 ad oggi i Piani Infanzia elaborati in Italia sono stati solo tre (l'ultimo approvato nel 2011), per di più senza un euro di finanziamento disponibile: «Questa è una carenza grave, non è possibile che le associazioni debbano ogni volta fare una battaglia per avere un Piano e l’Osservatorio. O il sistema funziona – ma allora va messo a regime – o il sistema va rivisto, anche perché il Piano Infanzia come strumento è nato in un contesto diverso, dove le Regioni avevano un altro ruolo. Oggi rischia di avere un impatto minore, forse va ripensato».

Dalla Conferenza di Bari, Saulini e le altre associazioni si aspettano innanzitutto di capire se l’infanzia rientra davvero fra le priorità del nuovo Governo e con quali azioni in agenda. Da parte sua, per la Saulini, le priorità sono senza dubbio due: «la povertà minorile, in Italia abbiamo più di un milione di minori in povertà assoluta. Di recente abbiamo denunciato il fatto che a due anni dall’approvazione della social card sperimentale alle famiglie non è ancora arrivato un euro e due anni nella vita di un minore sono un’eternità, un tempo che cambia la vita. Bisogna anche ripensare gli strumenti». La seconda questione è la “scuola”, intendendo la dispersione scolastica, i tanti Neet ma anche l’accesso ai servizi per la prima infanzia: «dopo il piano straordinario per gli asili nido, di soldi su questo capitolo non ne sono più stati messi, ma siamo ancora molto lontani dagli obbiettivi».

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