Cultura

Conferenza episcopale italiana: più solidarietà con immigrati

Documento Cei per il 18 novembre giornata nazionale migrazioni

di Redazione

Soprattutto di fronte ai venti di guerra che spirano dopo la tragedia delle Torri Gemelle e le popolazioni costrette a scappare per i conflitti in corso, occorre guardare agli immigrati extracomunitari con un occhio di solidarieta’. A ribarlo e’ la Cei che si appresta a celebrare domenica 18 novembre in tutte le diocsi italiane la Giornata nazionale delle migrazioni che quest’anno avra’ come tema il ”Dov’e’ tuo fratello” della Genesi. Ad esporre i contenuti della giornata voluta per la prima volta da papa Pio X nel 1914 sono stati stamane il vescovo di Frascati e membro della Commissione migranti dellaq Cei, Giusppe Matarrese e il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Luigi Petris. Nell’occasione e’ stato anche presentato l’Enchiridion sui migranti, una raccolta di tutti i documenti della Santa Sede, delle Conferenze episcopali europee e della stessa Cei sui temi della mobilita’ umana. Matarrese non ha dimenticato la coincidenza tra la giornata e la guerra in corso che sta creando, ha detto, ”uno scenario di immensi movimenti di popoli di cui qualche frangia giunge anche in Italia sotto veste di richiedenti asilo o per protezione umanitaria. Questo senza dimenticare gli emigranti economici”. ”Ma siamo realisti – ha agggiunto il vescovo – lo scorswo anno hanno fatto richiesta di asilo politico in Italia 14 mila profuggi. Ben poca cosa – ha notato il vescovo – su un totale di 495 mila richiste pervenute nei 15 paesi dell’Ue”. Ma per dimostrare come la presenza degli immigrati non costituisca certo un’emergenza per il nostro paese, mons. Matarrese ha citato anche i 23 mila asilanti e profughi riconosciuti dall’Italia su un totale di 2.423 mila ospitati dall’Unione. Secono l’economista Stefano Zamagni, presidente della Commissione cattolica internazionale per le migrazioni il vero salto di qualita’ nelle politiche migratorie e’ costituito da una, per ora inesistente, politica comune europea ma anche dalla necessita’ di disegnare un progetto di integrazione culturale. ”Oggi siamo impreparati su questi due fronti – ha detto Zamagni – perche’ non esiste una proposta pratica di integrazione sulla quale confrontarci mentre le leggi nazionali, come la nostra, presumono solo di poter risolvere i problemi provocando invece solo quello che gli esperti chiamano lo ‘shopping’, cioe’ la scelta degli immigrati del paese in base alla sua legislazione. Anche la proposta di legge governativa – ha affermato – risente di questa arretratezza”.


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