Politiche sociali
Confcooperative: «L’Ue investa il 2,5% del Pil in Welfare per garantire servizi adeguati»
La richiesta avanzata dal presidente Maurizio Gardini in occasione dell’incontro a Bruxelles con un’ampia delegazione degli europarlamentari italiani. L'economia sociale rappresenta una componente fondamentale di quella europea con 4,3 milioni di imprese e 11,5 milioni di occupati. Di questi, 1,3 milioni lo sono nella cooperazione italiana
di Redazione
A Bruxelles in occasione dell’Anno Internazionale delle Cooperative (proclamato dall’Onu per la seconda volta nella storia), Confcooperative mercoledì 29 gennaio ha incontrato un’ampia delegazione di europarlamentari italiani.
Nel corso dell’incontro sono state messe in evidenza le sfide e le opportunità legate alla transizione ecologica, all’inclusione e alla sostenibilità, confrontandosi su agroalimentare, credito, welfare, casa e appalti.
Il ruolo dell’economia sociale
«L’economia sociale rappresenta una componente fondamentale dell’economia europea con 4,3 milioni di imprese e oltre 11,5 milioni di occupati», sottolinea Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. «Le cooperative ne sono parte integrante con 4,5 milioni di occupati. Di questi 1,3 milioni sono occupati dalla cooperazione italiana e circa la metà di loro lavora nelle 16.500 imprese associate a Confcooperative che rappresentano il 4% del Pil».
Tanti i temi affrontati dal momento che le cooperative sono impegnate in molteplici settori imprenditoriali. Agroalimentare, pesca e credito devono affrontare sfide importanti legate alla sostenibilità, alla semplificazione normativa e alla competitività. Solo un approccio integrato e sensibile allo sviluppo territoriale potrà garantire un futuro
Confcooperative sottolinea l’importanza di una gestione sostenibile delle risorse pubbliche. «Gli appalti pubblici comunitari», continua il presidente di Confcooperative, «rappresentano il 14% del Pil Ue e rappresentano un’opportunità di crescita per le imprese locali. È cruciale adottare criteri di selezione che privilegino innovazione e qualità, non solo il risparmio».
Il 2,5% del Pil per servizi adeguati alle politiche sociali
Rispetto al welfare «Gli Stati membri dovrebbero investire il 2,5% del Pil per garantire servizi adeguati nelle politiche sociali. Confcooperative promuove un modello sanitario territoriale, con un ruolo centrale della cooperazione sociale nella gestione dei servizi di assistenza primaria. È necessario», aggiunge Gardini «che l’Europa incentivi la formazione di personale sanitario».
Un altro aspetto fondamentale riguarda i temi di genere e generazionali con le cooperative che si presentano come uno strumento ideale per l’autoimprenditorialità offrendo a giovani e donne un’opportunità di partecipazione attiva nel mercato del lavoro.
Giocano quindi un ruolo centrale nell’economia sociale europea che, conclude Gardini «può contare sulle cooperative come leve strategiche per un’Europa più forte, coesa e resiliente».
All’incontro – si legge in una nota – sono intervenuti 35 europarlamentari, tra questi, Antonella Sberna vicepresidente Parlamento Europeo; Irene Tinagli copresidente intergruppo; Francesco Torselli, Stefano Bonaccini, Massimiliano Salini, Gaetano Pedullà e Raffaele Stancanelli.
Nell’immagine in apertura l’incontro tra la rappresentanza degli europarlamentari e Confcooperative a Bruxelles – foto da ufficio stampa
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