Economia
Confcoop – Berlusconi prove di feeling
La detassasione degli straordinari e il salario di produttività piaccono alle cooperative bianche. Che intanto aumentano associati e fatturato
di Luca Zanfei
Dialogo aperto con le istituzioni e numeri in costante crescita. È questa oggi la fotografia della galassia Confcooperative emersa nell?ultima assise di Roma: 19.657 affiliate (+5,7% rispetto al 2004), di cui quasi 5mila attive nel settore sociale. Si tratta di vere e proprie imprese che occupano 480mila persone (il 23% in più rispetto al 2004) e che, nel 2008, hanno fatturato oltre 58 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto a quattro anni fa. Un sistema radicato sopratutto nel Nord del Paese (con il 70% di occupazione e il 79% di fatturato) e legato alle piccole dimensioni; ma che nel 2008 ha registrato un tendenziale incremento delle coop medio-grandi che ormai sono titolari del 42% del patrimonio netto aggregato. Quanto alla composizione del personale, nell?ultimo quadriennio Confcoop ha investito massicciamente sul ricambio generazionale e sulla presenza delle donne nelle più alte cariche societarie. Oggi il 43% di personale ha meno di 40 anni (il 21% è sotto i 31 anni). La quota rosa è superiore al 40% – in crescita di 11 punti percentuali rispetto al 2004 – di cui oltre la metà dirigenti.
Un «qualcosa di estremamente positivo», come l?ha definita il premier in pectore Silvio Berlusconi che con Confcooperative ha avviato da tempo un dialogo su cui tutto il settore ha puntato gli occhi. D?altronde le dichiarazioni del leader Luigi Marino (nella foto), sulla necessità di rilanciare la contrattazione di secondo livello e il sostegno allo sviluppo dimensionale delle imprese cooperative, potrebbero essere già punti importanti da inserire nell?agenda del Cavaliere. Per non parlare delle proposte di detassazione del lavoro straordinario e del salario di produttività, tema caro alle imprese ma anche al nuovo inquilino di Palazzo Chigi.
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