Economia

Confagricoltura, pronti per la green economy

Ma alle imprese servono certezze per investire

di Redazione

L’agricoltura è pronta a collaborare nella scommessa italiana sulla green economy ma alle imprese servono certezze per investire che al momento non si vedono. E’ il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, a CortinaIncontra, ad offrire così l’appoggio del settore.

”Per abbattere i costi della bolletta energetica l’agricoltura può dare un grosso contributo, perché il settore è al passo con i tempi nella scommessa sulla ”green economy”. Purtroppo però – dice- nella recente manovra economica, invece di proporre incentivi e’ stata suggerita una misura, poi temperata in sede parlamentare, che rischiava di destabilizzare il mercato dei certificati verdi minando l’affidabilità e la fiducia degli investitori e degli imprenditori. Questo mentre la produzione di energia da biomasse è forse la tipologia di utilizzo di fonti rinnovabili con la maggiore prospettiva di sviluppo, come testimonia anche il piano di azione nazionale del Ministero”.

Secondo uno studio realizzato da Confagricoltura e Nomisma, invece, se solo si concretizzasse metà del potenziale di produzione di energie da biomasse agricole (oltre 8 milioni di tep), si avrebbero a disposizione 4,2 mtep. “Una quantità sufficiente per coprire tutto il fabbisogno di energia delle imprese agricole (3,2 mtep) più 1 mtep disponibile per la commercializzazione. Il tutto senza rischi per l’approvvigionamento alimentare, visto che in Italia ci sono 494mila ettari di terreni a riposo e altri 592mila ettari di superficie non utilizzata, in totale oltre un milione di ettari su cui concentrarsi per lo sviluppo dell’energia da biomasse, di pari passo con gli obiettivi e l’evoluzione del piano nazionale”, spiega ancora Vecchioni.

”Bisogna evitare però – avverte Vecchioni – una green economy in salsa italiana, a base di veteroambientalismo ed altri ingredienti di matrice ideologica che mettono in secondo piano l’aspetto produttivo. Incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili da parte delle imprese agricole è essenziale per due motivi: in primo luogo perché garantisce il mantenimento di un tessuto produttivo agricolo sul territorio, diversificando le fonti di reddito dell’imprenditore. Poi perché, alimentando questa produzione con materie prime nazionali, si può aumentare il grado di autoapprovvigionamento del Paese anche nel campo delle energie rinnovabili”.

Per Confagricoltura, inoltre, va prevista anche “una corretta classificazione dei materiali utilizzabili, per facilitare l’uso, a fini energetici, dei residui e dei sottoprodotti dell’attività agricola ed agroindustriale, spesso classificati impropriamente come rifiuti”. Andrebbe anche ulteriormente favorito il biometano per compensare la minor competitività rispetto al gas di origine fossile e in questo senso “il Piano di Azione Nazionale delinea una strategia appropriata anche se manca una soluzione al problema delle reti”.

Occorre, infine, trovare una soluzione al problema degli impianti a biogas agricoli realizzati ”ante 2008”, che paradossalmente godono di agevolazioni inferiori a quelle ora vigenti. “E infine è essenziale un sostegno alle biomasse nel settore dei trasporti che sia equamente suddiviso nella filiera”, conclude.


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