Welfare

Condanna Ue, il governo italiano prende tempo

Chiesto il riesame della sentenza anti-sovraffollamento della Corte europea per i diritti umani: "una probabile mossa dilatoria", spiega l'avvocato Osti. Intanto il tribunale di sorveglianza di Venezia indica una via d'uscita

di Daniele Biella

Abbiamo bisogno di consigli contro il sovraffollamento carcerario. A chiederlo, di fatto, è il governo italiano, che lo scorso 11 aprile ha chiesto alla Corte europea dei diritti dell’uomo il riesame della sentenza Torregiani, con la quale i giudici di Strasburgo l’8 gennaio 2013 avevano condannato l’Italia per trattamento inumano e degradante verso sette carcerati, costretti a vivere in pochissimi metri quadrati la loro detenzione, in violazione dell’articolo 3 della Cedu, la Convenzione europea dei diritti umani.

La notizia ufficiale è pubblicata nella sezione Ufficio contenzioso del sito ufficiale del governo, ma a oggi non è ancora disponibile il testo completo dell’azione governativa. Cosa succede ora? “Prima di tutto, il riesame non è un vero e proprio ricorso, quanto una richiesta di individuare soluzioni alternative, che evidentemente il nostro governo non riesce a trovare”, spiega l’avvocato Alessandra Osti, ricercatrice di Diritto costituzionale presso l’Università degli studi di Milano, specializzata in giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che per Vita.it aveva già commentato la sentenza Torregiani (vedi a lato). “L'esecutivo chiede quindi che si esprima la Grande Camera della Corte, in plenaria, dato che la sentenza è stata emessa da una camera semplice, composta da sette giudici”, illustra Osti. “Ma questa manovra è irrituale e particolare, perché al suo fondamento non ci sono questioni complesse o eticamente controverse da discutere: la violazione della carta è palese, sembra piuttosto un’azione dilatoria, per prendere tempo”. Dello stesso avviso è anche Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, che ha definito il tutto “Un escamotage da azzeccagarbugli”.

Nel frattempo, in attesa dell’ammissibilità o meno della richiesta di riesame del nostro governo, c’è una notizia che invece va in tutt’altra direzione: “Il tribunale di sorveglianza di Venezia, ha chiesto alla Corte costituzionale di valutare l’illegittimità dell’articolo 147 del nostro codice penale che non fa rientrare il sovraffollamento tra le cause di rinvio dell’esecuzione della pena”, specifica Osti, “è la prima volta che accade, ed è importante perché il giudice del Tribunale nella sua richiesta si appella proprio all’articolo 3 della Carta europea dei diritti dell’uomo. Indicando proprio nel rinvio della pena una possibile soluzione al contrasto del sovraffollamento”. Ora si rimane in attesa della risposta della Corte costituzionale. Nel frattempo, naturalmente, l’emergenza rimane.


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