Famiglia
Condanna Onu contro la Cina: non rispetta i diritti umani
Da Pechino Mary Robinson, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, ha chiesto l'abolizione dei campi di rieducazione per dissidenti politici
“La Cina deve fare ancora molta strada per adeguarsi agli standard internazionali di libertà di espressione, associazione, di culto”. Lo ha detto Mary Robinson, Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, in visita a Pechino per un seminario sui crimini minori. La visita è stata occasione per chiedere l’abolizione dei campi di rieducazione dove sono confinati dissidenti politici e membri del movimento buddista Falun Gong.
La Robinson è giunta a Pechino mentre circolavano nel mondo diverse notizie e proteste su violazioni dei diritti umani, torture e abuso della psichiatria in Cina. Un gruppo di dissidenti ha inviato al Commissario Onu una lettera aperta, diffusa dal Centro d’Informazione per i Diritti Umani e la Democrazia a Hong Kong. Il testo segnala il caso di Xu Wenli, fondatore del Partito Democratico Cinese, che sta scontando una sentenza di 13 anni di carcere. Xu è gravemente malato e bisognoso di assistenza medica. Il tema dei diritti umani è stato pure al centro di recenti colloqui Cina-Unione Europea, tenutisi il 23 e 24 febbraio in Svezia, presidente di turno dell’Unione. Thomas Hammarberg, capo della delegazione europea, ha criticato Pechino per il largo uso della pena di morte, la persecuzione dei seguaci del Falun Gong, il confino dei dissidenti in campi di rieducazione. L’Unione Europa e tiene sessioni di colloqui con la Cina ogni sei mesi. Nel marzo prossimo a Ginevra si terrà la sessione annuale della Commissione Onu per i Diritti Umani.
La nuova amministrazione americana di Bush ha affermato che sosterrà una risoluzione per sottolineare il fallimento di Pechino sul rispetto dei diritti umani. Intanto la stampa internazionale non vede di buon occhio la candidatura di Pechino alle Olimpiadi del 2008. Secondo un commento dell’Economist del 24 febbraio 2001, un governo che calpesta i diritti umani non può organizzazione un evento sportivo che intende e promuove la dignità umana. E’ improbabile – si legge – che riforme politiche e rispetto dei diritti umani facciano passi avanti, come risultato della concessione dei Giochi.
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