Formazione
Concorso scuola: i bocciati arrivano al 95%
Stanno uscendo, con ritardo, i risultati degli scritti del concorsone. Un carotaggio a campione racconta di una selezione durissima: in Lombardia, per le scuole dell'infanzia, bocciati addirittura il 95% dei candidati
Sono partiti in 7mila. Il test preselettivo l’hanno superato in 2.768. Lo scritto l’hanno passato appena in 142. Questi sono i dati della Regione Lombardia, relativamente al concorsone per la scuola dell’infanzia. La mortalità allo scritto (d’accordo, sarà un po’ più bassa perché ci sarà stato pure qualcuno che allo scritto non si è presentato) è stata vicinissima al 95%. Possibile? L’unica buona notizia è che i posti disponibili sono 96, per cui… è fatta: per gli ammessi all’orale la prova a questo punto sarà praticamente una passeggiata. Le cose non sono andate meglio per la 059, matematica e scienze: 99 ammessi al laboratorio su 1.227 ammessi allo scritto, con una moria vicina al 92%. Andiamo in Campania, per la scuola primaria: 529 ammessi alla prova orale, su 3.680 che avevano superato il test preselettivo. I bocciati sono scesi un po’, all’86%, ma la musica non cambia. E ricordiamo che già il test preselettivo l’aveva superato solo un candidato su tre dei 136mila che l'avevano tentato. La Basilicata invece è la regione dove, almeno sulla carta e per la scuola dell’infanzia, la probabilità di avere una cattedra erano più alte: con 197 candidati ammessi allo scritto per la scuola dell’infanzia concorrevano per 37 posti, quindi le probabilità di successo erano del 18%. Qui hanno superato lo scritto in 63 (il 32%), di cui 10 con riserva: quasi uno su due avrà il posto.
Stanno uscendo in questi giorni, un po’ a singhiozzo, i risultati dello scritto del concorsone. Tanto che il sottosegretario Marco Rossi Doria a fronte dell’allarme che serpeggia in rete ha dovuto rassicurare sul fatto che «entro giugno» verrà ultimata la correzione degli elaborati «e procederemo agli orali», così che «entro settembre il 50% dei vincitori di concorso entrerà in servizio, l’altro 50% degli insegnanti invece, arriverà dalla graduatorie». La domanda però resta: gli aspiranti prof d’Italia sono davvero così un disastro?
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