Sostenibilità

Concorrenza cercasi

Cos'è cambiato

di Redazione

L’obiettivo era creare un unico mercato europeo
in cui le aziende competessero ad armi pari, a tutto vantaggio
dei consumatori.
Ecco come nasce e come si è concretizzata in Italia una riforma
che è rimasta a metà di Piero Pacchioli
« G arantire ai 480 milioni di consumatori dell’Unione Europea il diritto ad un approvvigionamento energetico sicuro ed a prezzi convenienti: è questo l’obiettivo della liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e del gas voluto dalla Commissione». Queste le parole di Andris Piebalgs , commissario europeo per l’energia: nell’intenzione del legislatore europeo, infatti, l’obiettivo delle liberalizzazioni era quello di creare un unico mercato europeo nel quale le aziende si sarebbero aperte alla concorrenza a vantaggio dei consumatori. Così, almeno fino ad oggi non è stato.
In Italia la liberalizzazione è passata attraverso lo smembramento dei vecchi monopolisti, Enel ed Eni, per garantire la separazione funzionale e contabile tra distribuzione e vendita. Si è poi proceduto alla determinazione delle quote massime di mercato per ogni singola società di vendita. Questo per agevolare l’ingresso dei nuovi concorrenti che, in alternativa, non avrebbero potuto competere con gli ex monopolisti.

L’ultimo miglio
Dal 1° luglio 2007 è stata liberalizzata la vendita dell’energia elettrica ai clienti domestici. Di tutte le fasi che dalla produzione portano l’energia nelle case dei consumatori finali (produzione, trasmissione, dispacciamento, distribuzione e vendita), la liberalizzazione ha coinvolto solamente l’ultima, vale a dire quella della vendita al cliente finale.
L’Unione europea ha stabilito le regole fondamentali perché i clienti più deboli siano comunque tutelati. Ciascuno dei Paesi membri ha definito in modo dettagliato le regole del mercato nazionale, nel rispetto delle regole europee. Uno dei passi fondamentali è stato quello di garantire ai consumatori un livello minimo di tutela indipendentemente dal venditore prescelto ( vedi pagina a fianco ). In particolare, sono state introdotte nuove forme di tutela, ad esempio in materia di informazione e trasparenza delle offerte commerciali, dei prezzi, delle bollette.

Vendita libera
Nel gennaio 2003 è stata liberalizzata l’attività di vendita al dettaglio del gas naturale a tutti i clienti finali con consumi medio-bassi (fino a 200mila metri cubi/anno). Anche in questo caso l’attività che è stata liberalizzata è unicamente quella di vendita, restando invariate le modalità di distribuzione.
Anche la liberalizzazione del mercato del gas si basa su regole europee recepite nei singoli ordinamenti nazionali. L’attività di vendita è libera, ma per poterla svolgere le imprese di vendita devono ottenere un’autorizzazione da parte del ministero dello Sviluppo economico. Per rispettare l’obbligo di separazione tra vendita e distribuzione, la maggior parte delle imprese di distribuzione ha creato una società di vendita, spesso denominata con una ragione sociale simile, alla quale ha trasferito tutti i contratti di fornitura dei clienti. Sono anche sorte nuove società di vendita, e hanno fatto il loro ingresso in Italia società di vendita straniere. La liberalizzazione ha interessato solo il mercato del gas naturale. Per questo motivo dove esistono reti di distribuzione di gas diversi dal gas naturale (ad esempio gpl) i clienti non possono cambiare fornitore e l’Autorità continua a stabilire le tariffe di fornitura. Non sono invece regolati dall’Autorità i servizi di gas che non sono forniti attraverso reti locali (ad esempio, forniture mediante bombole o serbatoi condominiali).
Nel mercato liberalizzato del gas, rilevante importanza ricoprono le condizioni contrattuali ed economiche di fornitura del servizio gas che l’Autorità definisce ed aggiorna periodicamente.

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