Welfare

Conci (Reatech Italia): «Solo il 16% dei disabili lavora. Situazione insostenibile»

Le persone con disabilità tra i 15 i 74 anni che hanno un’occupazione lavorativa sono 300mila, il 16%, contro il 49% del totale della popolazione. Con questi dati è stato aperto da Francesco Conci, Direttore esecutivo di Fiera Milano Congressi organizzatore di Reatech Italia il convegno “Categorie protette: una risorsa per il mondo del lavoro, un’opportunità per le aziende”

di Redazione

«In questo periodo di crisi i disabili e loro famiglie si vedono costantemente tagliare servizi e sussidi e si ritrovano allo stremo. Non avendo un lavoro, per altro, i disabili, restano a carico delle famiglie o dello Stato, e fanno aumentare i costi dell’assistenza. Sul fronte opposto, le aziende, che potrebbero beneficiare degli sgravi fiscali ed avere manodopera a costi più vantaggiosi, spesso non sanno o non riescono ad assumere questo tipo di lavoratori», continua Francesco Conci al convegno che rappresenta il primo di una serie di eventi che accompagneranno sino all’edizione di Reatech Italia 2013 che si terrà a Milano dal 10 al 12 ottobre prossimo.

«Reatech Italia sta cercando di offrire un contributo costruttivo – continua Conci-. Intanto con questo convegno che ha messo attorno ad un tavolo i soggetti che possono fare concretamente la differenza: istituzioni, ma soprattutto aziende e selezionatori. Dal 10 al 12 ottobre poi, durante la manifestazione di Reatech, vogliamo creare un momento dove domanda e offerta di lavoro possano incontrarsi fisicamente: ci siamo infatti resi conto che, per quanto assurdo possa sembrare, uno dei problemi più seri per le aziende è la mancanza di candidati. Vogliamo anche organizzare uno «sportello aziende»: un punto dove aziende medie e magari piccole possano chiarirsi le idee e farsi consigliare. Reatech Italia, proprio perché è una manifestazione interamente dedicata a persone con disabilità o esigenze speciali, sarà il luogo più naturale dove creare connessioni tra candidati e aziende».

A Reatech Italia sarà anche possibile, sia per le aziende che per i candidati, scoprire i molti strumenti che oggi la tecnologia mette a disposizione per rendere il lavoro accessibile: soluzioni per eliminare le barriere architettoniche, ausili per l’utilizzo degli strumenti informatici, soluzioni per permettere ai disabili di muoversi con più facilità e quindi poter raggiungere il luogo di lavoro.

Al di là dei dati di cui si è parlato elaborati sulla base del rapporto Istat, Reatech Italia ha collaborato con G.I.D.P. (Associazione Direttori Risorse Umane) alla realizzazione di una nuova indagine che fotografa la realtà circa i ruoli e le aree aziendali a cui sono destinati i lavoratori appartenenti a categorie protette, come avviene il loro inserimento lavorativo, le difficoltà che spesso le aziende incontrano nel trovarli e selezionarli.

L’indagine ha interpellato i quasi 4000 direttori di personale associati a G.I.D.P, appartenenti a tipologie di aziende differenti per dimensione e attività, dislocate in tutta Italia.  Il 66,7% dei direttori rispondenti all’indagine ritiene che la normativa legislativa sull’inserimento lavorativo delle persone appartenenti a categorie protette non sia completa ed adeguata. Di questi, per il 28,2% non è aggiornata, per il 25,6% è indietro rispetto alla normativa vigente in altri paesi, per il 23,8% non è corretta, per il 10,3% non è chiara, infine per il 12,8% impone inserimenti e costi senza tenere conto delle difficoltà delle aziende, è poco flessibile e andrebbe adeguata alle reali necessità aziendali. Lo strumento delle convenzioni per favorire l’inserimento di personale è giudicato positivamente dal 71,9% degli intervistati, ma il 52,6% ritiene che spesso i candidati disponibili a seguito delle convenzioni non rispondano appieno alle esigenze dell’azienda. Secondo il 21% del campione, il procedimento di collocamento dovrebbe essere più veloce e semplice, per il 14,4%, invece, la temporaneità delle convenzioni scoraggia il loro utilizzo.

«Visto il difficile periodo economico, le medie e piccole imprese, la maggior parte del nostro paese , effettuano limitate assunzioni che ovviamente non vanno ad incrementare la computabilità per l’avviamento di disabili . Inoltre, la tendenza è quella, per ragioni economiche, di  avvalersi dell’esonero parziale, corrispondendo al Fondo Regionale l’importo di 11.184 euro all’anno per ogni invalido non assunto. Questo atteggiamento, anche se comprensibile, invece, non si riscontra nelle 3.502 imprese sopra i 250 dipendenti che cercano di uniformarsi per quanto possono alla vigente legge – ha spiegato Paolo Citterio, Presidente Nazionale G.I.D.P-.  In queste realtà aziendali, poi, con corsi di formazione adeguati e con il coinvolgimento e l’aiuto dei colleghi più sensibili, si cerca d’inserire al meglio i lavoratori con disabilità che spesso danno il meglio di sè contribuendo al successo dell’impresa» .

 


 

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