Politica
Concessioni demaniali e non profit, Gadda (Iv): “A rischio chiusura migliaia di associazioni”
Insostenibile l'aumento esponenziale dei canoni concessori a carico di migliaia di enti non profit, associazioni di promozione sociale e sportive dilettantistiche associate a Coni e federazioni sportive che svolgono la loro attività all’interno di concessioni e pertinenze demaniali in particolare marittime. Il 30 aprile scattano gli aumenti dei canoni minimi, e per tali enti non profit significa un aumento anche fino a sette volte quello attuale. Bisogna trovare una soluzione
di Redazione
“Il governo, l’Agenzia del Demanio e il Coni trovino una soluzione urgente rispetto all’aumento esponenziale dei canoni concessori a carico di migliaia di enti non profit, associazioni di promozione sociale e sportive dilettantistiche associate a Coni e federazioni sportive che svolgono la loro attività all’interno di concessioni e pertinenze demaniali in particolare marittime. Rischiamo di disperdere, proprio in questa fase di ripartenza, un patrimonio storico, sportivo ma soprattutto di inclusione sociale per i giovani, i nostri anziani e tante persone con disabilità.” Così la deputata Maria Chiara Gadda, componente della segreteria nazionale di Italia Viva, intervenendo in commissione Finanze sulla interrogazione indirizzata al ministro dell’Economia.
“Ci sono due problemi molto seri, che sono stati purtroppo sottovalutati in questi mesi nonostante gli emendamenti e i solleciti. Il 30 aprile scattano gli aumenti dei canoni minimi, e per tali enti non profit significa un aumento anche fino a sette volte quello attuale. A cui si aggiungono le cauzioni richieste dal demanio marittimo. Per intenderci, una bocciofila tipo, con una entrata di 1000 euro derivante tradizionalmente dal tesseramento dei soci, si troverebbe a pagare 2500 euro di canone e 5000 euro di cauzione. Questo senza che sia stato fatto alcun discrimine tra soggetti profit e non profit nel decreto 104 del 14 agosto scorso.”
“Un’altra grave questione, riguarda la scadenza delle concessioni stesse. La proroga al 2033 fatta in legge di bilancio ha escluso, in modo sbalorditivo, proprio tali enti non profit che svolgono la loro attività su concessioni demaniali, che andrebbero dunque a bando il 31 dicembre 2021. Anche rispetto a questo aspetto, é fondamentale che il governo dia al terzo settore la giusta attenzione diversamente da come è stato fatto nei mesi scorsi. Vanno anche identificati criteri di assegnazione a salvaguardia di migliaia di enti il cui unico interesse è lo svolgimento di attività senza scopo di lucro a vantaggio di tutta la collettività, altrimenti non potranno mai competere sul mercato rispetto all’assegnazione delle aree a bando.”
“Il terzo settore é stato fondamentale nella pandemia ma lo sará ancora di più nella ripartenza, non va sostenuto solo a parole ma negli atti concreti che consentono a volontari e operatori di lavorare nella quotidianità”. Conclude Maria Chiara Gadda
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