Politica

«Con Tsipras l’Europa può cambiare davvero»

Parla Marco Revelli, il sociologo che è stato una delle anime de “L’altra Europa per Tsipras” e ha sempre indicato Syriza come la possibilità di cambiare le politiche di austerity. «I greci hanno detto alla Troika: noi non ci stiamo. Ora bisogna aiutarli. Se Tsipras fallisse si aprirebbe l’Europa alle forze neo-naziste come Alba Dorata»

di Lorenzo Alvaro

La Grecia è di Syriza. Il partito di sinistra di Alexis Tsipras, ha stravinto le elezioni il 36,3%, stracciando Nuova Democrazia, il partito che era al governo con il premier Antonis Samaras e che si era seduto al tavolo con la Troika per ricevere gli aiuti europei. Una cambio di guida salutato come un duro colpo inferto alle logiche di austerità europee. Per capire cosa significhi questa elezione greca per tutta l’Unione lo abbiamo chiesto a Marco Revelli, sociologo che si è molto speso, all’ultima tornata elettorale europea in Italia per il partito “L’altra Europa per Tsipras”.
 


Marco Revelli


Lei è stata una delle anime de “L'altra Europa per Tsipras” alle elezioni europee. È soddisfatto di questo risultato?
Sono assolutamente felice. Era prevedibile, per chi ha visto negli ultimi mesi e anni Atene. È un fatto, prima ancora che politico, umano. È stato un moto di resistenza di una società che stava per morire. Non poteva che aggrapparsi a quella speranza che Syriza le offriva. Sono felice di aver fatto parte di quel gruppo, non grande, che da un anno e mezzo ha camminato in quella direzione, ha capito che Alexis Tsipras era un'alternativa reale allo stato di cose

Cosa significa questa vittoria?
È una breccia, è un colpo formidabile inferto alla logica dell'austerità e al despotismo tedesco. Lo si coglie. Cosa dice la vittoria di Syriza? Che si può. Sembrava vigesse in Europa una tacita clausola ad escludendum, nel senso che nella carta non scritta europea sembrava fosse stabilito che nessun governo potesse porsi in esplicita opposizione alla logica prevalente, al dogma neo-liberista dell’austerità. Che fosse inimmaginabile che un Paese si ponesse fuori da quella logica come se farlo fosse automaticamente porsi fuori dall'Europa. I greci hanno detto: noi non ci stiamo. Non vogliono stare fuori dall’Europa ma vogliono stare in Europa diversa. È un risultato che può innescare una reazione a catena.

In che senso?
Ero in piazza Omonia quando Tsipras, giovedì, ha concluso la campagna elettorale. Quella sera quando ha finito il suo discorso ha lasciato la parola a Pablo Iglesias che ha concluso, dopo aver parlato in inglese e greco, in spagnolo dicendo “Syriza, podemos, venceremos”. Significa che c'è un discorso generale in Europa. Il prossimo passaggio potrebbe essere una spagna governata da un signore con la coda di cavallo e l'orecchino che parla 4/5 lingue e che anche lui è contro ad una certa logica europea. Non a parole ma, Come Tsipras, davvero, proponendo alternative reali. Si sta costruendo un asse mediterraneo.   
 

Pablo Iglesias, leader di Podemos

Sembra che l'elite europea sia sinceramente preoccupata per questo risultato. Molto più di quanto lo fosse per l’avvento di Renzi. Come mai?
Quando Renzi ha preso il governo in Italia la Troika ha festeggiato. Festeggiato. Perché Renzi è il volto populista della Troika. Renzi realizza il loro programma. Il Jobs Act è questo. La riduzione della democrazia con la cancellazione del Senato sta dento a quel progetto. Invece Tsipras non solo ha fatto paura, e non è poco di fronte un potere come quello espresso dall'asse del nord al cui centro c'è la Germania, ma ottenuto di colpo, come un velo che cade dal volto, la dichiarazione di tutti gli economisti e opinionisti, che le ricette della Troika hanno fallito. Tutti ormai devono ammettere che l'austerità era sbagliata.

Però Tsipras ha già parlato di Renzi come del principale alleato…
Non è così. Tsipras oggi parla da capo di Governo e si deve rapportare con gli altri capi di Governo. Indubbiamente l'Italia deve essere un alleato. Ci sarebbe un oggettivo interesse del Governo Italiano ad utilizzare gli ulteriori margini che il caso greco ha aperto. Questo non significa che ci sia un'identità di vedute. Sono agli antipodi i due, come persone, come linguaggio. Tsipras ha una vicinanza con gli ultimi della sua società e non li prende per i fondelli, ma ne condivide le sorti. È un politico che tende a tenere insieme parole e fatti. È l'opposto di Renzi. Non è uno che batte prima i pugni e poi i tacchi.

Non si può però trascurare un altro dato. Il risultato di Alba Dorata che si pone come terza forza politica in Grecia…
Si, è al 6/7%. Ma è stata molto ridimensionata rispetto alle ultime elezioni. Continuano, come tutte le estreme destre neo-naziste europee ad essere una grande minaccia. Soprattutto se Syriza dovesse fallire. Se fallisce Tsipras davvero queste destre orrende potrebbe riprendere fiato. Ecco perché tutti dovremmo aiutare i greci a farcela.
 

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