Welfare

Con Sofri i detenuti sono on line

Antologie di lettere arrivate alla mailbox di Pisa dai detenuti di tutta Italia

di Cristina Giudici

Il 6 ottobre scorso la I sezione penale della Cassazione ha annullato l?ordinanza con la quale la Corte d?appello di Milano ha dichiarato inammissibile la richiesta di revisione del processo Calabresi presentato dal legale di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, l?avvocato Gamberini, e ha deciso che la Corte di appello di Milano dovrà riesaminare nuovamente la richiesta di revisione . Ma, al di là della vicenda processuale di Adriano Sofri e compagni, la loro detenzione ha permesso di accendere i riflettori sulla condizione di migliaia di carcerati. Perciò a partire da questa settimana Lettere dal Carcere inaugura una breve antologia di alcune delle migliaia di lettere spedite alla mailbox di Pisa dai detenuti di tutta Italia. Un?antologia che vuole essere un augurio, ma soprattutto un riconoscimento a un detenuto eccellente che ha fatto da messaggero per tutti i detenuti sconosciuti e poco ecccellenti che non possono sperare in un futuro migliore. (…) Vorrei segnalarti alcuni punti. I detenuti subiscono delle estorsioni, ricatti e denunce da parte dei secondini. Funziona più o meno così: un secondino minaccia di denunciarti, subito dopo arriva un altro che fa la parte del buono e sistema la faccenda. Però in cambio i familiari o qualche amico ricambiano con regali (soprattutto se sono proprietari di negozi…). Se un detenuto reclama con il magistrato di Sorveglianza o informa estranei, o politici, o come sto facendo io con te, dei pestaggi e dei furti e di altro che subisce, viene bersagliato con denunce o con torture psicologiche. Non ti fanno dormire, durante le perquisizioni ti buttano l?olio sui vestiti e ci camminano sopra, ti spogliano nudo e ti sottopongono a flessioni. Nessuno deve informare persone fuori dal carcere. Non sai quanto spendi quando fai la spesa. Solo alla fine del mese ti portano i loro conti (e vieni veramente derubato), e non puoi reclamare i conti. Perché, mi chiedo, non mettono il detenuto scrivano a scaricare le spese e registrare gli incassi? Se vuoi lavorare sei costretto a fare tutti i lavori, altrimenti non ti fanno lavorare e ti minacciano di toglierti tutti i benefici, anche se la salute non ti permette certi tipi di lavoro. Mentalità nazista! Noi forse siamo bestie per il ministro di Grazia e Giustizia. Qui la mia vita è di sofferenza. Ho chiesto il trasferimento, ma non c?è stato nulla da fare. Sono detenuto da 16 anni e sono condannato a 23 anni, col beneficio di 3 anni di condono, quindi mi rimangono 4 anni. Sono imputato di omicidio volontario, non ho nessun reato associativo (mafia,ndr), eppure per 18 mesi sono stato sottoposto al 41 bis, nel campo di concentramento del centro di tortura di Pianosa e poi trasferito in questa schifosa tomba. Nella prossima lettera ti racconterò dei pestaggi, del vitto, ecc. Matteo


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