Volontariato
Con questo Nobel è caduto un muro
Dagli economisti agli operatori del Terzo settore,il giudizio è unanime: un riconoscimento, a lungo rimandato, della validità della finanza etica
«La cosa che ha più valore per l?uomo è la libertà, e noi dobbiamo considerare lo sviluppo come l?allargamento di questa libertà». Così Amartya Sen presenta la sua teoria economica, quella moderna commistione di etica e finanza che, dopo anni di reticenze accademiche, gli è valsa il premio Nobel 1998 per l?economia. Il riconoscimento della necessità di un ritorno alla ?contaminazione morale? della scienza economica.
«Per anni, in seno alla comunità degli economisti, il nome di Sen non ha incontrato i consensi sufficienti poiché ritenuto un filosofo morale», ricostruisce Stefano Zamagni, professore di Economia politica presso l?ateneo di Bologna. «Stavolta, invece, simili riserve sono cadute, fondamentalmente per tre motivi. Va facendosi sempre più largo la convinzione che l?economia ridotta a una mera questione tecnico-ingegneristica non abbia granché senso. Quindi – prosegue Zamagni -, cresce la consapevolezza che l?economia, quando si allontana dall?etica, può produrre risultati disastrosi: per esempio non può parlarsi di libero mercato se poi manca la legalità. Infine, ci si è resi conto che nell?epoca della globalizzazione i fenomeni nuovi che stanno emergendo non sono più interpretabili secondo i tradizionali criteri della redistribuzione del reddito e della ricchezza. È necessario, invece, interrogarsi su come questi vengono prodotti. Cosa che, evidentemente, sposta il livello della riflessione sul piano etico».
Un accento di natura morale – una morale riportata alla sua dignità di scienza – che non può che essere la chiave di valutazione della produttività per un teorico nativo di un Paese come l?India. «Quando avevo nove anni, ho avuto la disgrazia di assistere a una carestia nella nostra regione, durante la quale sono morte più di tre milioni di persone», ricorda il professor Sen. «Quando sono cresciuto ho iniziato a studiare i fenomeni di carestia come economista, ma non potendo dimenticare cosa accade realmente dietro ai fenomeni economici». Un?attenzione al fattore umano e al territorio che ben si sposa con l?idea di un?economia civile. Spiega Carlo Borzaga, professore di Economia politica all?università di Trento: «Questo Nobel era nell?aria da qualche anno, ma adesso che il Terzo settore ha dimostrato di avere un grosso potenziale occupazionale e di offrire servizi che il mercato e lo Stato non riescono a coprire, sono arrivati anche i voti necessari per assegnarlo a un teorico dell’economia solidale. Anche molti degli attuali disegni di legge in gestazione in italia, primo fra tutti quello per il riconoscimento dell?associazionismo, e delle nuove normative, come il decreto sulle Onlus, sono figli del suo pensiero».
Riflessioni sul ruolo necessario del Terzo settore, in un?Europa che – come sostiene Sen – appare più preoccupata della stabilità monetaria, e quindi della riduzione del tasso di sconto piuttosto che della riduzione del tasso di disoccupazione. «Il Nobel a Sen significa che finalmente si comincia ha capire l?importanza delle cose vere», conferma Rodolfo Giorgetti verace imprenditore sociale, presidente della cooperativa Noncello. «Per tutto il mondo dell?associazionismo è un grande segnale di riconoscimento e di incoraggiamento: quello in cui crediamo e per cui da anni ci impegnamo è davvero la strada da percorrere».
Una strada, quindi, indirettamente legittimata anche dal Nobel. «Sen ha avuto il merito di elaborare il concetto di equità non solo dal punto di vista della morale, bensì proprio attraverso strumenti economici. Conferendogli, così, una dignità scientifica nella stessa comunità degli economisti, spesso propensi a ritenere inevitabili le diseguaglianze prodotte dal mercato», spiega Luigi Bobba, vicepresidente della Banca etica che diventerà operativa il primo gennaio ?99. Una Banca, come sottolinea Fabio Salviato, presidente della Cooperativa ?Verso la Banca etica?, che ha da sempre adottato come padre spirituale il pensatore indiano: «Ci si è resi finalmente conto di come il grande sviluppo economico degli ultimi decenni ha un?altra faccia della medaglia: l?emarginazione sociale e i disastri ambientali. È giunto il momento di portare al centro della riflessione economica l?uomo e i suoi bisogni primari. È come se Sen ci dicesse: ?Accorcia il tiro, guarda più vicino a te?. Noi abbiamo provato ad accogliere il suo invito».
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