Famiglia

Con QuBì il derby mette fuori gioco la povertà minorile

Domenica 4 marzo allo stadio di San Siro Milan e Inter abbracceranno il programma promosso dalla Fondazione Cariplo che - con un impegno triennale da 25 milioni di euro - punta a sostenere gli oltre 20mila bambini che nel capoluogo lombardo vivono in povertà. In campo a fianco di QuBì anche due bandiere di rossoneri e nerazzurri, Daniele Massaro e Francesco Toldo

di Antonietta Nembri

Nei libri di cucina q.b. è la sigla per indicare “quanto basta”. Ed è proprio QuBì il nome di un programma per sconfiggere la povertà dei minori che in occasione della 27° giornata di campionato scende in campo con le due squadre di Milano impegnate nel derby della Madonnina. Milan e Inter, assisteranno simbolicamente al lancio del programma sul territorio. Allo stadio di San Siro sono previsti numerosi momenti di coinvolgimento, sul campo e sugli spalti che saranno presumibilmente gremiti dai tifosi di Milan e Inter. Nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo sarà esposto uno striscione con il logo del programma, il claim della campagna e l’indirizzo web del sito ufficiale dell’iniziativa ricettaqubi.it.
Sempre durante l’intervallo – intorno alle ore 21.30 – sarà proiettato sui maxischermi dello stadio un video teaser di 45”, nel quale il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, offre una panoramica sintetica della situazione attuale. Una fotografia che restituisce la mappa della povertà nel capoluogo lombardo e che precede il piano di azione del prossimo triennio.

«Siamo felici che il mondo dello sport abbia accolto il nostro appello», dice Giuseppe Guzzetti. «Il derby di Milano è solo l'inizio. Contiamo di realizzare altre collaborazioni. Dobbiamo costruire una squadra speciale per contrastare la povertà dei bambini e delle loro famiglie. È inaccettabile che vi siano così tante persone che vivono in queste condizioni. Il mondo dello sport, dello spettacolo, della musica, della cultura possono fare molto per aiutarci a raggiungere l'obiettivo».

QuBì – La ricetta contro la povertà infantile è un programma promosso da Fondazione Cariplo con il sostegno di Fondazione Vismara, Intesa Sanpaolo Spa, Fondazione Fiera Milano e in collaborazione con il Comune di Milano e le organizzazioni del Terzo settore che operano su questo fronte. Una ricetta necessaria dal momento che oggi a Milano, un minore su dieci vive in una condizione di povertà assoluta. Guardando ai trend degli ultimi anni – sottolinea una nota -, la preoccupazione è che sia un numero in crescita.
Le stime elaborate da Fondazione Cariplo, infatti, dipingono una città in cui, nel 2016, le risorse per l’erogazione di contributi di sostegno al reddito hanno raggiunto i 20,8 milioni a favore di 19.181 nuclei famigliari per un totale di 54.493 persone. Le famiglie con minori raggiunte sono 9.433, per un totale di 19.703 minori.

Per la prima volta, grazie a un lavoro complesso che ha incrociato 21 database di altrettante misure pubbliche di trasferimento monetario, è possibile capire quante persone ricevono benefici e a quanto ammontano gli aiuti economici erogati. Il prossimo obiettivo – annuncia la nota – sarà stabilire il numero di famiglie con minori in povertà assoluta che non ricevono trasferimenti pubblici, quindi maggiormente a rischio.

Caritas Ambrosiana, Banco Alimentare e Fondazione Pellegrini stanno già lavorando affinché le tante risposte al fenomeno povertà date quotidianamente possano essere sistematizzate all’interno di una lettura condivisa del fenomeno. L’obiettivo è quello di creare una fotografia delle risposte alla povertà che le tante realtà concorrono a dare.

Dall’analisi dei dati reddituali delle famiglie che nel 2016 hanno ricevuto un aiuto emerge un’immagine vivida della povertà a Milano: circa il 90% dei nuclei familiari con minori raggiunti da almeno una misura è sotto la linea di povertà assoluta. Nella presetazione del programma si presenta il caso di una famiglia con un solo genitore composta da un adulto e un minore, il reddito medio è di circa 4.800 euro lordi annui, mentre la soglia di povertà calcolata dall’Istat per la stessa tipologia di famiglia è di 12.800 euro annui. Un gap pari a circa 8mila euro annui, che significa la rinuncia dell’essenziale, come un’adeguata alimentazione, l’accesso a cure di prevenzione e una più ampia possibilità di crescere dignitosamente. La situazione non cambia di molto se consideriamo una famiglia con due adulti e due minori: in questo caso il gap ammonta mediamente a 8.100 euro.

Per Fondazione Cariplo e tutti i partner è fondamentale trovare delle modalità per aumentare la capacità di spesa delle famiglie, con una specifica attenzione ai bisogni dei più piccoli: guardare alla città con dei dati di riferimento, con la capacità di leggere sia il bisogno che le risorse in campo, permetterà di costruire un sistema di risposte più efficace. Per il Programma significa avere una bussola per capire dove meglio indirizzare gli interventi.

Dal 1°gennaio 2018 è attivo il Reddito di Inclusione (Rei) per le persone in povertà. Grazie all’analisi realizzata in questi mesi, è possibile ipotizzare che i potenziali beneficiari del Reddito di Inclusione a Milano immediatamente raggiungibili siano, guardando solo alle famiglie con minori che già ricevono un contributo, circa 6.600 nuclei. Una risposta tempestiva a queste famiglie potrebbe portare al miglioramento delle condizioni di vita per circa 12.500 minori.
Il Programma QuBì, tra i suoi assi di lavoro, intende facilitare la realizzazione concreta della misura nazionale, sostenere l’amministrazione pubblica e il Terzo settore nel prendere in carico i minori e le loro famiglie in condizioni di povertà e costruire opportunità e percorsi di fuoriuscita dal bisogno.

QuBì (che prevede un impegno triennale da 25 milioni di euro) è già attivo e ha finanziato l’apertura del primo Emporio Caritas nel quartiere Barona, la realizzazione di due hub di raccolta e redistribuzione degli eccessi di cibo alle realtà caritative del Banco Alimentare che servono due zone della città.
Sempre da gennaio è attivo il progetto pensato da Fondazione Ernesto Pellegrini e Spazio Aperto Servizi che guarda al cibo, ma non solo, perché ridà la possibilità, ad alcuni capofamiglia di nuclei in povertà, di reinserirsi sul mercato del lavoro e, contemporaneamente, di avere per sé e per le proprie famiglie un alloggio temporaneo.

In apertura foto da Flickr

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