Sostenibilità

Con l’etichetta trasparente sei tu che decidi

di Redazione

La rivoluzione dei consumi parte dall’etichetta sui prodotti. Che sarà “trasparente” e permetterà al cliente di sapere quanta anidride carbonica emette il singolo oggetto e quindi acquistare di conseguenza. Non stiamo parlando di un futuro lontano, piuttosto è questione di giorni: a inizio novembre entra nel vivo Etichetta per il clima, il nuovo progetto di Legambiente dedicato alla sostenibilità delle imprese nelle loro azioni. «Proponiamo alle aziende una etichettatura volontaria che riporti l’informazione relativa all’emissione di CO2 di ciascun prodotto in una o in tutte le fasi di lavorazione e nel consumo», spiega Nadia Carolfi, responsabile del progetto per Legambiente, «in questo modo da una parte l’azienda aumenta la propria Csr, dall’altra il consumatore è più informato e può scegliere la merce anche in base al danno ambientale provocato». Che il progetto sia destinato a far parlare di sé è confermato dal fatto che già nella fase d’avvio sono arrivare le prime due “pesanti” adesioni, quelle dei brand internazionali Philips e Lancia. «La Philips avrà da novembre in poi l’etichetta in questione sulle confezioni delle sue lampadine a risparmio energetico, la Lancia sulla sua nuova auto in uscita, la Turbo gpl», specifica Carolfi.
Ma come viene calcolata l’emissione? «Mettiamo in contatto l’azienda con l’istituto di ricerca Ambiente Italia, che calcola la CO2 emessa attraverso gli indicatori dell’organizzazione inglese Carbon trust, riconosciuti a livello internazionale», aggiunge la responsabile di Etichetta per il clima. È un servizio a pagamento: «All’azienda viene poi mandata una dichiarazione sulla quale è riportato il dato relativo da riportare poi sull’etichetta». Alla Philips il progetto è piaciuto subito: «Dalla maggior trasparenza ci guadagniamo tutti», sottolinea il marketing manager Alessandro Tonoli, «i consumatori, che si rendono conto che prendendo le lampadine con bassi consumi risparmiano notevolmente sulla bolletta; l’ambiente; e noi produttori, che puntiamo il nostro lavoro sul profitto ma in un modo sempre più sostenibile. Prima o poi i clienti arriveranno a penalizzare chi non lavora con un occhio di riguardo alla sostenibilità».
Oltre a Philips e Lancia, altre imprese hanno dimostrato interesse verso Etichetta per il clima: «Da un’importante azienda di stampanti a un’altra famosa per la salsa, l’elenco inizia ad allungarsi. Siamo contenti delle adesioni, ma siamo anche coscienti che il nostro progetto sostituisce una carenza istituzionale», riprende Carolfi. «in Italia, a differenza di Regno Unito, Svezia o Spagna, manca una legge che impegni le imprese a regolare le proprie emissioni di anidride carbonica».
Daniele Biella
etichettaperilclima.viviconstile.org


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