Cultura

Con la filiera corta il bio taglia ai prezzi

Mangiare verde senza nuocere al portafoglio si può. Basta rivolgersi ai produttori. Ecco qualche consiglio di Rita Imwinkelried

di Redazione

Meglio una mela o una mela chimica? Nessuno di noi comprerebbe la seconda, eppure è quello che facciamo tutti i giorni. Nei negozi e nei supermercati le mele trattate chimicamente (seppure nel rispetto della normativa di legge) sono la maggioranza mentre quelle biologiche, cioè coltivate senza pesticidi, sono l?eccezione e quando si trovano hanno prezzi esorbitanti. Che fare? Mettere tutti i giorni nella borsa della spesa frutta, verdura o carne biologica non è certo alla portata della maggior parte delle famiglie. Della mia, per esempio, no. Alla ricerca di una soluzione, insieme ad un?amica e collega ho deciso di fare una specie di indagine di mercato, chiedendo ad amici e conoscenti consumatori abituali di prodotti bio, consultando la rete dei Gas, i Gruppi di acquisto solidale, girando per le campagne da un podere all?altro, tra agricoltori che hanno scelto il biologico a costo di grandi sacrifici. Telefonate, passaparola, scambio di indirizzi. Abbiamo scoperto, prima di tutto, che sono gli stessi produttori a scandalizzarsi dei prezzi che noi di città siamo costretti a pagare mentre loro mettono in tasca cifre irrisorie. Sono persone che vogliono continuare a fare il loro lavoro, rispettoso della terra e dell?uomo, ricavandoci il giusto da vivere. Saltare i passaggi Questi mesi di lavoro ci hanno portato a formulare un?unica possibile soluzione. La filiera corta: un rapporto diretto tra produttore e consumatore, che consente di eliminare i ?balzelli? aggiunti da distributori e commercianti. Il risultato sono prezzi equi per entrambi, abbordabili da tutti, inferiori anche del 50% rispetto a quelli praticati nei negozi biologici. A volte inferiori persino ai prodotti chimici dei supermercati. Proprio così: come si usa dire, provare per credere. Basta davvero organizzarsi per poter mangiare sano ma, naturalmente, è fondamentale avere gli indirizzi giusti. Noi ne abbiamo cercati un po? e li abbiamo riuniti in una guida (vedi sotto). La nostra ricerca delle aziende bio che praticano la vendita diretta (possibile dal decreto legislativo n. 228 del 18 maggio 2001) è partita in Lombardia, nei dintorni di Milano, dove abitiamo, e poi si è via via estesa nelle altre regioni. Seguendo criteri ben precisi. Abbiamo preferito, in genere, le aziende di dimensioni medio-piccole rispetto alle grandi realtà a più spiccata vocazione commerciale; abbiamo riservato un occhio di riguardo a chi dispone di una varietà maggiore di prodotti e soprattutto a chi garantisce il controllo totale della filiera: per esempio dalla coltivazione degli ulivi alla spremitura delle olive, all?imbottigliamento dell?olio. Infine abbiamo considerato chi offriva un buon rapporto qualità-prezzo. Tre vantaggi al prezzo di uno Abbiamo fatto così la conoscenza con una realtà molto vitale, in cui non profit, cooperazione e associazionismo hanno un ruolo di primo piano. Storie come quella della cooperativa Ritorno alla terra di Servigliano, in provincia di Ascoli Piceno, formatasi su iniziativa di don Franco Monterubbianesi nel 1988, dove i soci si dedicano alla terra e allo stesso tempo accolgono bambini bisognosi in affido. Oppure l?Agricoltura Capodarco di Grottaferrata (Roma) o la Fattoria di Alice di Viterbo, cooperative sociali che inseriscono a scopo terapeutico persone con handicap mentali con risultati eccellenti. E ancora la cooperativa molisana Il Noce che reinserisce nel mondo del lavoro ex tossicodipendenti, i ragazzi delle coop sociali Lavoro e non solo e Placido Rizzotto che, in Sicilia, lavorano i terreni confiscati alla mafia e ormai producono con successo decine di prodotti bio. Giorno dopo giorno ci siamo accorte che andare in azienda a comperare non è poi così difficoltoso e che non è nemmeno necessario fare chissà quanti chilometri. Basta vincere la pigrizia. Con un triplice vantaggio: non alleggerire troppo il portafoglio, mangiare sano e conoscere di persona chi coltiva il cibo che mettiamo in tavola. Il libro La Guida alla spesa biologica di Rita Imwinkelried e Nicoletta Pennati, (Sperling & Kupfer Editore, pag. 460, euro 12) è la prima guida italiana che seleziona circa 700 aziende agricole (e non solo) dove acquistare direttamente i prodotti con risparmi dal 10 al 50% rispetto ai prezzi praticati nei negozi.

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